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Cronaca Chiari

Operaio travolto dal treno: c'era nebbia fitta, è mistero sulla dinamica

Impossibile effettuare l'autopsia sul corpo della vittima

Tante domande e pochissime risposte. Quello che è accaduto, nella notte tra lunedì 29 e martedì 30 gennaio, a Chiari, lungo la linea ferroviaria Milano-Venezia resta un mistero. Come non è chiaro perché Rolando Joao Lima Martins si trovasse sui binari, quando è transitato il treno ad alta velocità che lo ha travolto e ucciso.

L’inchiesta, a carico di ignoti, aperta dalla procura - per omicidio colposo - dovrà fare luce soprattutto su questi punti. L’intervento che il 51enne, dipendente della ditta Rebaioli di Darfo, doveva effettuare era infatti su un traliccio distante una quindicina di metri dalla ferrovia. “L’appalto a Terna non prevedeva nessuna attività sui binari e neppure l'attraversamento degli stessi da parte degli operai né prima né durante il fermo treni”, ha subito fatto sapere - in una nota - la società camuna, per conto della quale la vittima lavorava da 20 anni.

E allora perché il 51enne si trovava lì? Proprio per tentare di rispondere a questo quesito, e ricostruire gli ultimi istanti di vita dell’operaio, nella giornata di ieri (mercoledì 31 gennaio) gli inquirenti hanno ascoltato a lungo gli 11 colleghi presenti al momento della tragedia. Tra loro anche il fratello del lavoratore di origine portoghese.

Dalle loro testimonianze non sarebbero però emersi dettagli utili alle indagini: la fitta nebbia che avvolgeva la zona non gli avrebbe permesso di assistere alla tragedia (come ha probabilmente impedito al 51enne di accorgersi del treno che stava arrivando a 160 km /h) e nessuno di loro lo avrebbe visto mentre attraversava i binari. Non solo: sarebbero emerse versioni differenti delle ragioni che avrebbero portato la vittima ad allontanarsi dal traliccio oggetto dei lavori di manutenzione.

Le indagini non si fermano, ma non sarà facile fare chiarezza sull’ennesima tragedia sul lavoro, la seconda avvenuta nel 2024 nella nostra provincia.
Una cosa è certa: nessuna risposta arriverà dall'autopsia, dato che le condizioni della salma rendono impossibile eseguire l’esame. Il magistrato ha già dato il nullaosta per il rimpatrio dei resti del 51enne, consentendo così alla moglie Carla e alla figlia Ana di predisporre le esequie.

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