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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Staminali, il nonno del bimbo escluso dalle cure: «Scriverò a Napolitano»

Dopo la decisione del Tar, che ha ammesso alle cure al Civile, grazie alle sentenze dei tribunali di Venezia e Catania, solo Celeste e Smeralda, il nonno del bimbo rimasto escluso annuncia che si appellerà al Presidente dell Repubblica

Pensiamo di fare ricorso contro la sentenza del Tar della Lombardia e di scrivere di nuovo al Presidente della Repubblica: Daniele non può essere abbandonato.

Lo ha detto Vito Tortorelli, il nonno del piccolo Daniele, per il quale la decisione del Tar ha sospeso la cura. Il bimbo vive con i nonni a Matera. Tortorelli è lapidario: "Siamo delusi, ma non vogliamo arrenderci".

"Siamo rimasti scioccati, pensavamo di poter ottenere una mano concreta per curare Daniele, ma non ci fermeremo", ha aggiunto Vito Tortorelli. Daniele, che ha cinque anni e mezzo, è affetto dal morbo di Niemann Pick, una malattia invalidante procurata dalla carenza di un enzima.

Il bambino vive a Matera ed è assistito proprio dal nonno e dalla madre, Anna, tanto provata dalla decisione del Tar della Lombardia da non aver voluto aggiungere nulla. Per ora, la speranza è la richiesta di un intervento, nell'ospedale di Brescia, per superare le difficoltà nutrizionali del piccolo paziente: "Daniele - ha detto Tortorelli - vive una situazione delicata. E' l'unico bambino al mondo, affetto da questa malattia, a essere vissuto tanto. E' anche per tale motivo che pensiamo di scrivere di nuovo al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affinché intervenga sulla questione".

Il 14 maggio 2010 Anna Tortorelli aveva rivolto un appello al presidente della Repubblica e all'allora Sottosegretario, Eugenia Maria Roccella, per chiedere di sottoporre Daniele a un intervento urgente con trattamento di cellule staminali congelate del padre presso l'ospedale "Burlo Garofolo" di Trieste.

La richiesta seguì ad un trattamento positivo fatto in un ospedale straniero e al miglioramento dello stato di salute del bambino. Quando la struttura sanitaria estera aveva cessato l'attività, aveva dato alla famiglia Tortorelli il consiglio di continuare il trattamento in Italia, dove è in corso un lungo dibattito con risvolti etici su tale tipo di cura.

Erano poi state praticate le prime due "infusioni", delle sei previste, di cellule staminali presso il Civile di Brescia con la metodica della Stamina Foundation. La fine del trattamento era seguita all'intervento dell'Aifa (Agenzia italiana per il farmaco) causato dall'inchiesta che coinvolge la Stamina Foundation e dalla presunta inadeguatezza del laboratorio.

(fonte: Ansa)

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