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Pirlo, biscotto 'bresà', persicata e bossolà: Brescia ha le prime Denominazioni Comunali d'Origine

Nella commissione valutatrice dei quattro prodotti anche il Maestro Iginio Massari e il barman Ampelio Zecchini

Tre parti di vino bianco fermo del territorio, due, di bitter, una di soda, scorza d’arancia per finire: la ricetta del pirlo della tradizione è ora certificata da un disciplinare. Con lui, anche la persicata, il biscotto bresciano e il bossolà: si sono infatti aggiudicati, primi in assoluto, la Denominazione Comunale d'Origine del Comune di Brescia, che li certifica, nella loro ricetta originaria, come parte dell’identità bresciana.  

Come funziona la certificazione

Il riconoscimento viene attribuito dai Comuni a prodotti artigianali di pregio agroalimentare locale, che vengono riconosciuti come una risorsa di valore identitario, culturale, storico, economico e turistico. Lo scopo è tutelarli - gli standard di realizzazione sono fissati in un apposito disciplinare. Ma anche legarli al territorio, attraverso un marchio che ne attesta la provenienza geografica, e promuovere, attraverso essi, l’identità gastronomica della città. “Non si tratta di un dogma” ha precisato l’esperto food del comune Francesco Spacagna durante la presentazione del marchio. “Tutte le interpretazioni saranno sempre incoraggiate. E’ però un punto di partenza per conferire identità e riconoscibilità ai prodotti della tradizione”. 

Un’identità che potrà essere individuata a colpo d’occhio grazie a un logo creato appositamente da quattro studentesse del corso di grafica dell’Accademia Santa Giulia: un cerchio che riunisce le icone della Loggia, di un campo e di un albero - rispettivamente simboli di autenticità, territorio e sostenibilità, i tre valori fondanti della denominazione - nei colori che riprendono il logo di Bergamo Brescia 2023. D’ora in poi gli esercenti e artigiani che realizzeranno i prodotti De.Co secondo i criteri stabiliti dal disciplinare potranno richiederlo ed esporlo al pubblico, certificando la “brescianità” della loro produzione.

Pirlo e dolci bresciani: apripista dell'identità enogastronomica bresciana

Il Comune di Brescia ha istituito il suo registro De.Co proprio durante il suo anno da capitale della cultura. E poi ha rotto il ghiaccio, proponendo le prime candidature: protagonisti non potevano essere altri che l’aperitivo bresciano per definizione, il pirlo; e tre dolci della tradizione bresciana: il biscotto nostrano, la persicata, il bossolà. Su queste e sui relativi disciplinari si è espressa una commissione composta dalla Camera di Commercio, dall’assessore al turismo Andrea Poli, dalle associazioni di categoria del settore artigiano, commerciale e agricolo, nonché da due personalità d’eccezione: il Maestro Iginio Massari e il barman Ampelio Zecchini, che hanno partecipato in qualità di esperti dei prodotti nominati. "I nomi che qualificano i prodotti ne contengono la memoria: ed è dalla memoria, dalla tradizione, che si parte per evolvere" ha puntualizzato Zecchini, presente con il maestro Massari alla presentazione. 

Ora la palla passa al territorio: ai pasticceri, panificatori, locali e bar cittadini, che potranno richiedere - seguendo le indicazioni presenti sul sito del comune di Brescia - il marchio per promuovere i propri prodotti, certificandone la realizzazione secondo i crismi definiti dalla commissione. Ma anche proporre nuove candidature, per dare sostanza all'identità enogastronomica cittadina: possono essere certificate De.Co ricette, prodotti e preparazioni agro-alimentari, ma anche coltivazioni e saperi o tecniche in uso nel territorio comunale. 

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