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Cronaca Nave

L'amica si rifiuta di fare sesso, lui cerca di strangolarla a mani nude

Anche la Corte d'Appello di Brescia ha confermato la condanna a 7 anni e mezzo di carcere per Filippo Vitello, ex operaio comunale di Nave

La Corte d'Appello di Brescia ha confermato anche in secondo grado la condanna a 7 anni e mezzo per Filippo Vitello, oggi 37enne, ex dipendente del Comune di Nave accusato di tentato omicidio. Per l'accusa avrebbe cercato di strangolare un'amica, barista proprio a Nave, dopo aver passato una serata insieme: secondo quanto ricostruito dai carabinieri, Vitello avrebbe aggredito la donna – all'epoca dei fatti aveva 40 anni – in città, tra i quartieri di Casazza e San Bartolomeo, dopo che quest'ultima si sarebbe rifiutata di consumare un rapporto sessuale.

I fatti risalirebbero all'estate del 2019. L'aggressione si sarebbe consumata nella Peugeot dell'uomo: in qualche modo la barista sarebbe riuscita a divincolarsi, a scappare e a chiedere aiuto. Solo qualche tempo dopo avrebbe però deciso di denunciare l'accaduto, prima con un post su Facebook e poi anche ai carabinieri.

La versione di Vitello smentita dalla condanna

In seguito Vitello venne arrestato: dopo qualche mese in carcere è stato trasferito ai domiciliari, ora in Sicilia, a casa di parenti. Dal canto suo l'ex operaio comunale ha sempre negato le sue responsabilità: ha spiegato a giudici e pm che lui avrebbe soltanto risposto alla reazione aggressiva della donna, che gli avrebbe offerto della cocaina (che lui invece avrebbe rifiutato). Una versione che non ha convinto i magistrati, che ancora una volta hanno dato ragione all'accusa, confermando la condanna.

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