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Cronaca Calvisano

Ragazzino accerchiato dai bulli e preso a schiaffi sul treno

Il paese si mobilita per difenderlo

Avrebbe dovuto essere una giornata da incorniciare, una di quelle da ricordare per lungo tempo con un sorriso colmo di orgoglio. Per Stefano (nome di fantasia) prendere il treno per la prima volta da solo e raggiungere in totale autonomia la scuola superiore di Remedello, dove frequenta il primo anno, era davvero un traguardo importante. Ma, purtroppo, il viaggio di ritorno verso Calvisano non è affatto filato liscio: il 14enne è stato preso di mira dai bulli. Avvicinato e poi accerchiato da un gruppetto di ragazzini, che gli avrebbero sfilatolo zaino per poi svuotarlo. Infine spintonato e preso a scappellotti finché non è sceso dal convoglio.

Accerchiato e spintonato sul treno

Ad attenderlo sulla banchina c’era la mamma: a lei per prima ha raccontato - scosso e avvilito -  quanto subito. Un episodio, avvenuto lunedì 2 ottobre, che non è passato inosservato: a sostenere Stefano, da sempre, c’è l’organizzazione di volontariato Pazzi di Rugby. Tra le tante iniziative promosse dal sodalizio di Calvisano, ci sono quelle per combattere la piaga del bullismo. Così il fondatore Gianluigi Zucca si è immediatamente attivato: oltre alla denuncia sporta ai carabinieri di Isorella, è scattata anche la segnalazione sui social con il conseguente tamtam.

La mobilitazione via social

La storia prende una piega positiva proprio grazie - una volta tanto - ai social:  papà e mamme, dopo aver letto quanto accaduto, sono scesi in prima linea insieme ai loro figli facendo in modo che Stefano non sia più una facile preda dei  bulli. Nella mattinata di ieri (mercoledì 3 ottobre) ad attendere il 14enne alla stazione c’era un gruppetto di ragazzi più grandi di lui,  sia anagraficamente sia fisicamente: tutti pronti a sostenerlo e a difenderlo durante il tragitto verso la scuola.

Anche il sodalizio di Calvisano scenderà in campo, ancora una volta, per ‘placcare’ i bulli: saliranno sul treno con t-shirt e volantini e torneranno nelle scuole per “far capire a questi ragazzi dove sbagliano e insegnargli quanto si possono sentire grandi nell’aiutare, anziché nell’emarginare e nell’umiliare”. 

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