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Cronaca

Il ragazzino rapito può tornare a casa: per Daniele è la fine di un incubo

E' la fine di un incubo per una giovane mamma bresciana

Da più di due anni non vedeva sua madre di persona, come fosse stato “rapito” dal padre naturale: ma adesso la Corte suprema di Lima, in Perù – dove il ragazzino si trova ormai dal 2014 – ha dato ragione alla mamma, una giovane ostetrica bresciana che da tempo si batteva per poter riabbracciare il suo “piccolo” (che nel frattempo è cresciuto, oggi ha quasi 13 anni).

La gioia della madre

Il dibattimento risale in realtà al 2020, ma solo il 17 marzo scorso è stata pubblicata la sentenza: così Daniele potrà tornare a casa, in Italia e da sua mamma (che avevamo chiamato Alice, nome di fantasia). Ne dà notizia Il Giorno, che riporta le dichiarazioni della donna: “Sono davvero sollevata di aver appreso la decisione finale della Corte suprema, anche se sono passati 24 mesi e da più di due anni, complice la pandemia, non vedo mio figlio. Ora aspettiamo di sapere dalle autorità, che abbiamo informato ufficialmente, di sapere come sarà organizzato il rimpatrio”.

Alice e l'ormai ex marito peruviano si erano sposati in Italia nel 2007. Insieme hanno avuto due figli: il più grande è sempre rimasto con la madre, il più piccolo è stato invece rapito e portato in Perù nel 2014. “Mamma voglio tornare a casa, insieme a te”, avrebbe riferito il bambino in occasione dell'ultimo incontro con la madre, più di due anni fa. Ora finalmente il desiderio si realizza. 

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