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Omar Pedrini tra le braccia di Dioniso: «Zio Rock non si ferma mai»

Lunga intervista al rocker bresciano che nessuno dimentica, in concerto questa sera al Latte Più di Via Di Vittorio. Sulla sua strada un nuovo programma in Rai, un nuovo disco a tutto rock. Che parlerà di giovani e di futuro

E’ passato già un anno dall’ultimo concerto di Omar Pedrini al Latte Più, sembra siano passati pochi giorni. Ma il tempo quando vuole vola davvero, e anche il 2011 ha lasciato spazio al nuovo anno, alla nuova stagione. E Omar Pedrini non ha perso tempo, e continua sulla sua strada, una strada di concerti, con un programma televisivo (12 puntate su Rai5) e un nuovo album da preparare ma di cui si conosce davvero poco. Questa sera dalle 22 un concerto che è forse anche un evento, sul palco con Omar non mancheranno gli amici e artisti Igor Costanzo ed Enrico Ghedi: “L’ultima volta mi hanno ospitato loro (a Moniga il 23 dicembre scorso, ndr), ora mi sembrava giusto ricambiare. Igor è un poeta, un artista e un editore che si sta dando molto da fare, ha tutta la mia ammirazione e la mia approvazione. Con Enrico c’è quell’amicizia speciale, un’amicizia fraterna che dura da tantissimi anni. Sono rimasto sorpreso anch’io quando ho letto il suo ‘La Scatola degli Insetti’, non pensavo potesse raggiungere simili vertici dell’espressione poetica”.

Un’occasione da non perdere: “Per entrambi è stato impossibile resistere alla tentazione di fare ancora qualcosa insieme. Personalmente sono emozionato all’ennesima potenza, credo che anche il pubblico lo sarà. E non importa quanto suoneremo, da un attimo a un’ora sarà comunque un’emozione, un gesto importantissimo, per noi e per il pubblico. Sono tanti anni che la gente spera di vederci sul palco insieme, di nuovo, in fondo eravamo noi l’anima dei Timoria”. Un 2011 impegnatissimo per Omar, e il gran finale con il Concerto di Capodanno in Piazza Garibaldi a Iseo. Ora è nuova full immersion di date e concerti, prima a Brescia e poi altre sei o sette date confermate, da Bari a Belluno, da Lecce a Milano. Lo Zio Rock che non si ferma mai.

“Finché Dio vuole, e il mio cuore resiste a questi ritmi, finché c’è voglia di ascoltarmi e di seguirmi.. Io ho già dovuto ricominciare da zero, due anni fa ho avuto la sensibilità di capire che dovevo ricostruirmi una credibilità. Sono stato fermo a seguito di una brutta operazione al cuore, di me si parlava solo per il gossip, avevo perso mia madre.. sono tornato a vivere a Brescia con mio figlio, ho dovuto ricostruire il mio tessuto familiare. E col tempo mi sono accorto che il mio pubblico si stava allontanando, non il pubblico della grande popolarità nazionale ma il MIO pubblico, il pubblico a cui tenevo di più, il pubblico dello Zio Rock, musicista e rocker. Ho ricominciato proprio dai piccoli palchi, a due metri da loro, volevo che la gente oltre ad ascoltarmi potesse guardarmi negli occhi. Sono sempre stato coerente, mi sono costruito un percorso credibile che sta dando i suoi frutti. A quanto pare c’è ancora qualcuno che ha voglia di starmi ad ascoltare”.

Omar Pedrini: lo Zio Rock che non si ferma mai


Manca poco anche allo start up di ‘POP! Viaggio dentro una canzone’, il nuovo programma in cui Omar accompagnato da Mirella Sessa tornerà a parlare di musica, in 12 puntate monografiche che narrano le storie di 12 canzoni indimenticabili di grandi protagonisti della musica leggera italiana. “Sono un po’ teso, e come potrei non esserlo – continua Omar – Ogni anno non puoi sapere come il pubblico la prenderà, soprattutto su un mezzo delicato e immediato come la televisione, che in una serata decreta un successo o un insuccesso. Ma sono contento, se una rete culturale mi hanno rinnovato il contratto per il secondo anno di fila significa che il mio lavoro è gradito”.

Ma sempre parlando di Rai, come ti è sembrato Sanremo? “Molto debole. Ricordo più il contorno che le canzoni, non mi è sembrata una buona annata, anzi. Credo che il direttore artistico non abbia scelto buone canzoni, belle voci ma poche belle canzoni. Forse nessuna”. Per salvare la musica italiana ci tocca aspettare ancora una volta lo Zio Rock, che dopo la sua ‘Capanna’ celebrativa dei 20 anni di carriera presto si rinchiuderà in studio per un nuovo album. “Ancora un mese e mezzo, poi ad aprile si fa sul serio. Ho già molto materiale, voglio prima finire le canzoni e poi pensare agli ospiti. Ci saranno ospiti importantissimi per me, artisti che mi hanno influenzato, che con la loro musica mi hanno fatto crescere. Non mi interessano i nomi di grido, preferisco persone di qualità, di grande profondità”.

Non ci resta che aspettare. Un disco dedicato ai giovani e dunque carico di energia, di temi sociali. “Ci saranno tantissimi pezzi dedicati a questo tema, sarà un disco molto duro e molto diretto, sia nei suoni che nei testi. Dobbiamo capire che i giovani stanno subendo errori che non hanno mai fatto, vanno compresi e va compresa la loro inquietudine. Tutti quelli che danno dei fannulloni ai gnari di oggi dovrebbero pensarci due volte, ci sono grosse responsabilità. Non troveranno lavoro, fanno fatica anche da laureati, affronteranno una vita in equilibrio precario.. non potranno più nemmeno usare la macchina perché abbiamo riempito il mondo di merda. Prima di parlar male dei giovani bisogna mettersi i guanti bianchi!”.

Lo Zio Rock che non si ferma mai i giovani li conosce molto bene, e non solo per il suo percorso artistico. Da sette anni insegna all’Università Cattolica di Milano: “Ho un corso in cui indegnamente insegno comunicazione e arte – sorride Omar – a dei ragazzi che sono davvero affamati di conoscenza. Le mie lezioni sono incontri liberi, in cui affrontiamo il tema dell’arte, il modo di comunicarla, ma possiamo finire in tanti modi, anche guardando un film. Un paio d’anni fa, quando insegnavo anche a Brescia, ho portato la mia classe a vedere Gran Torino, un film che tutti dovrebbero vedere. Diciamo che le mie lezioni sono più vicine alla sociologia francese che all’ingegneria! Posso parlare liberamente, tra comunicazione e arte, tra musica e pittura, poesia e cinema”.

Non ci resta che aspettare. Giugno, agosto, settembre? "Non posso dire nulla, spero di riuscire a pubblicare il nuovo disco entro la fine dell'estate. Diciamo che finché il vino non è pronto lo lascio nella botte! Ogni tanto lo assaggio, ma finché non sento che è buono davvero non lo metto in vendita". Chianti e Sangiovese, e tanta buona musica.

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