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Cronaca

Le mani della 'ndrangheta su Expo e il mega centro di Arese: coinvolti dei bresciani

Lo schema del gruppo era chiaro: gli uomini della 'ndrina - tutti molto vicini alle cosche Aquino Coluccio e Piromalli Bellocco - trovavano dei prestanome e aprivano “anonime società al nord Italia”. Quelle stesse società, poi, partecipavano alle gare e - proprio attraverso l’uso di “metodi mafiosi” - le vincevano. L’organizzazione criminale, infatti, avrebbe partecipato - evidenza la Gdf - “alla realizzazione dei padiglioni della Cina e dell’Ecuador” per Expo 2015, alle “opere di urbanizzazione e delle infrastrutture di base nella fiera Expo 2015”, al “subappalto per la società Ferrovie del Nord”, “all’ipermercato di Arese” - uno dei centri commerciali più grandi d’Italia - e al “consorzio di Bereguardo”. 

L’indagine - denominata “Rent” - è un approfondimento dell’inchiesta “Underground”, eseguita lo scorso tre ottobre dalla Guardia di Finanza di Milano, che ha incastrato il luogotenente del clan Aquino Coluccio, Antonio Stefano, ma soprattutto il suo referente imprenditoriale, Pierino Zanga. Lo stesso Stefano sarebbe diventato negli anni il punto di riferimento del boss Coluccio e proprio lui avrebbe garantito alla cosca soldi e affari coi traffici di droga. Il grande dubbio, o forse qualcosa di più, della Dda di Reggio Calabria, è che quei soldi siano stati usati proprio tra Expo e Arese. 

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