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Cronaca

Video poker e gratta&vinci: in Italia una spesa annua di 1.260 euro procapite

E' uno dei dati che emerge dalla ricerca effettuata da Libera, ma non è l'unico. Un giro d'affari pari al 4% del Pil, su cui lucrano 41 clan mafiosi: "Si punta e si vince, l'illegalità non conosce limiti"

Un paese dove si spendono circa 1.260 euro procapite, (neonati compresi) per tentare la fortuna che possa cambiare la vita tra videopoker, slot-machine, gratta e vinci, sale bingo. E dove si stimano 800mila persone dipendenti da gioco d'azzardo e quasi due milioni di giocatori a rischio. Un fatturato legale stimato in 76,1 miliardi di euro, a cui si devono aggiungere, mantenendoci prudenti, i dieci miliardi di quello illegale. Ben 41 clan che gestiscono “i giochi delle mafie” e fanno saltare il banco.

Da Chivasso a Caltanissetta, passando per la via Emilia e la Capitale. I soliti noti seduti al “tavolo verde” dai Casalesi di Bidognetti ai Mallardo, da Santapaola ai Condello, dai Mancuso ai Cava, dai Lo Piccolo agli Schiavone. Sono questi alcuni numeri e realtà che emergono dall'inchiesta di Libera su "Azzardopoli", la terza "impresa” italiana, l'unica con un bilancio sempre in attivo e che non risente della crisi che colpisce il nostro paese. "Le mafie sui giochi non vanno mai in tilt", denucia l'associazione, e di fatto si accreditano ad essere l'undicesimo concessionario “occulto” del Monopolio di Stato.

Sono ben dieci le Procure della Repubblica direzioni distrettuali antimafia che nell'ultimo anno hanno effettuati indagini, 22 le città dove nel 2010 sono stati effettuate indagini e operazioni delle Forze di Polizia in materia di gioco d'azzardo con arresti e sequestri direttamente riferibili alla criminalità organizzata.

Gioco d’azzardo: a Brescia 30mila a rischio

Tra queste figura anche Brescia che, lo scorso gennaio, è stata interessata dall'indagine che ha portato all'arresto di  Nicola Femia, conosciuto anche come 'Rocco' e ritenuto un importante boss 'ndranghetista, al vertice di un'organizzazione che faceva profitti con il gioco illegale on line e con le videoslot manomesse. Insieme a Nicola, in quella stessa operazione coordinata dalla Dda di Bologna, furono arrestati, oltre ai due figli Rocco Maria Nicola e Guendalina e al genero Gianalberto Campagna,  un sottufficiale della Finanza di Lugo di Romagna, un altro ex militare sempre della Gdf e un ex ispettore della polizia di stato, accusati di dare informazioni 'dall'interno' all'organizzazione criminale.

"Ad Azzardopoli, da Nord a Sud i clan fanno il loro gioco. Rien ne va plus - commenta Libera -. Si punta e si vince, l'illegalità non conosce limiti. Nel 2010 sono state 6.295 le violazioni riscontrate della Guardia di Finanza: oltre 8mila le persone denunciate, 3.746 i videogiochi irregolari sequestrati, alla media di 312 al mese e 1.918 i punti di raccolta di scommesse non autorizzate o clandestine scoperti (più 165% rispetto al 2009). E’ un settore che, cifre alla mano, offre lavoro a 120.000 addetti e muove gli affari di 5.000 aziende, grandi e piccole. E mobilita il 4% del Pil nazionale con il contributo, secondo le stime più attendibili, di circa 30 milioni di italiani".

"I dati sono allarmanti, parlano da sé. Serve una risposta adeguata da parte di tutti - aggiunge -, a cominciare dalle istituzioni e da chi le governa. Senza evocare scenari proibizionistici e senza colpevolizzare chiunque operi in questo settore."

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