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Cronaca

Il Codisa e l’incendio all’Alfa Acciai: “Vogliamo chiarezza”

Il Comitato Difesa Salute Ambiente di San Polo chiede maggiori informazioni sui danni ambientali, anche il Comitato Spontaneo contro le Nocività espone i propri dubbi sulla sicurezza. E sugli enti pubblici: "Non ci considerano"

L’incendio sviluppatosi martedì pomeriggio presso l’azienda Alfa Acciai di San Polo fortunatamente non ha provocato danni ingenti e, cosa più importante, nessuno degli operai ha riportati gravi lesioni nell’incidente, le ultime notizie confermano un solo ferito lieve. La vasta nube di fumo che dalle 17 in poi ha attirato curiosi e non solo è stata effettivamente visibile da tutta la città: sulle dinamiche dell’incidente si discute e si discuterà ancora, e pare che a innescare l’incendio sia stata una scintilla durante una comune operazione di routine. “Mi sembra inquietante che una saldatura possa provocare l’incendio di un reparto – spiega Giovanna Giacopini del Comitato Spontaneo contro le Nocività – Visto quanto è successo mi pare che la questione sicurezza sia stata un po’ trascurata”.

Nello stabilimento si sarebbe danneggiata (e non poco) la torre di raffreddamento. Ma quella nera colonna di fumo che danni può invece aver arrecato all’ambiente circostante? Questo si chiede il Comitato Difesa Salute Ambiente di San Polo (Codisa) che in un comunicato alla stampa reclama maggiore chiarezza e maggiore correttezza rispetto a quanto è avvenuto e in particolare sulle “possibili conseguenze alla salute delle persone e all’ambiente circostante”, tanto da ritenere opportuna “un’indagine volta a comprendere gli effetti della ricaduta al suolo del materiale combusto”. A detta dei testimoni l’odore forte ha ricordato la plastica bruciata, di certo non un toccasana per l’ambiente: negli ultimi tempi l’Alfa Acciai ha effettuato investimenti importanti per limitare le emissioni nocive, e ha garantito la piena trasparenza nei confronti di cittadini e istituzioni.

Proprio per questo il Codisa chiede inoltre che vengano resi disponibili “i dati determinati dalla centralina di monitoraggio in continuo […] in concomitanza con questo incidente, per poter definire anche l’efficacia di tale punto di rilevamento”. L’evento sfortunato di ieri è però l’ennesimo colpo ad una zona che negli ultimi tempi in termini di inquinamento ambientale ne ha passate parecchie: “I cittadini hanno tutto il diritto di sapere quali sono le condizioni di vita dei loro quartieri, le autorità hanno il dovere di informare”.

Quello che più dispiace, conclude ancora il Codisa, è il sentirsi abbandonati: “Vogliamo far notare la scarsissima considerazione mostrata dagli enti pubblici locali (dalla Circoscrizione e fino alla Regione) verso la zona Sud Est di Brescia”. Il primo prospetto progettuale sul nuovo impianto di smaltimento e trattamento rifiuti di certo non aiuta: “Di questa zona ci si ricorda solo quando avvengono fatti come l’incendio all’Alfa Acciai, o quando bisogna decidere dove collocare nuovi poli logistici, bitumifici o discariche”.

Resta solo un quesito. A quando la giunta ad hoc sui temi ambientali?

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