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Cronaca Esine

Primario arrestato, i soldi in Svizzera: "Mi compro orologi e diamanti"

Le indagini, le intercettazioni, l’arresto

Truffa aggravata, falso in atto pubblico, induzione a dare o promettere utilità, peculato: sono queste le accuse mosse dalla Procura nei confronti del dottor Giovanni Mazzoli, 63 anni, il primario di Oculistica dell’ospedale di Esine arrestato dai carabinieri, su indicazioni del gip. Attualmente il medico si trova ai domiciliari: nei soli mesi di indagine – dall’autunno del 2022 alla scorsa primavera – Mazzoli avrebbe fatto saltare le liste d’attesa a decine di pazienti. A ciascuno di questi avrebbe chiesto una somma dai 500 ai 700 euro, in contanti: con questi soldi il paziente avrebbe guadagnato tempo per essere sottoposto alle operazioni agli occhi e alla cataratta: risparmiando le migliaia di euro di un intervento con la sanità privata e mesi e mesi (se non anni) d'attesa con la sanità pubblica.

Le indagini

Le indagini sono state condotte dal Nucleo operativo radiomobile della Compagnia carabinieri di Breno, iniziate a seguito di un’intercettazione rilevata nell’ambito di un diverso procedimento. Sono proseguite per mesi con intercettazioni telefoniche e ambientali: anche nello stesso studio privato del dottor Mazzoli. Al “salto” delle liste di attesa si sono poi aggiunte imputazioni relative al falso in atto pubblico – ovvero certificati falsificati dal dottore, in accordo con i pazienti, ad esempio per l’esame oculistico per la patente – ma anche di peculato. Come riferito dai carabinieri, il medico avrebbe erogato prestazioni sanitarie appropriandosi illecitamente della quota che doveva essere devoluta alle casse della Asst Valcamonica. E, ancora: avrebbe svolto attività di libera professione in forma di “intramoenia allargata”, prestando servizio in uno studio medico privato, in giornate nelle quali invece sarebbe risultato in servizio presso l’ospedale di Esine.

Le intercettazioni

L’intercettazione che ha fatto scattare le indagini, come detto, riguardava in realtà un altro procedimento. “Se sei andato nel suo studio ti fa pagare la tangente per farti saltare la coda – riferisce alla moglie una persona sotto indagine –. Sono quattro o cinquecento euro tutte le volte, in nero”. In un'altra conversazione, scrive il gip Federica Brugnara, emerge “la piena consapevolezza, da parte dell’indagato, di compiere un’attività illecita, tanto da temere i controlli dei carabinieri mostrando un atteggiamento prudente per accelerare le tempistiche dell’intervento”. 

“Ci stanno facendo dei controlli i carabinieri”, dice Mazzoli al paziente: “Pota, se servono”, risponde ridendo quest’ultimo. “Tu guarda i carabinieri, se mi ficcano in galera o no – dice ancora Mazzoli -. Per l’operazione fine febbraio sarà difficile: a marzo vedo cosa riesco a fare, senza andare in prigione”.

Soldi in Svizzera, orologi e diamanti

Le perquisizioni eseguite lunedì mattina dai carabinieri di Breno, relative all’esecuzione della misura cautelare a carico di Mazzoli, hanno consentito di rinvenire e sottoporre a sequestro penale probatorio anche 58mila euro in contanti trovati in casa, 281.500 euro in contanti, in mazzette da 100 e 50 euro, custodite nella cassetta di sicurezza di una banca, una trentina di quadri di valore, orologi di marca e monili in oro, una cantina (in casa) nella quale era conservate numerose bottiglie di pregio. A questi si aggiungono gli oltre 200mila euro sottoposti a decreto di sequestro preventivo. Parte dei soldi era custodita in Svizzera: “Mi compro qualche quadro, orologi e diamanti”, riferisce ancora Mazzoli in un’altra intercettazione.

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