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Cronaca

Bordonali su Kyenge: «Il colore della pelle diversivo alle sue gravi affermazioni». Balotelli testimonial su Ius Soli

Continuano gli attacchi alla prima ministra nera della Repubblica italiana, dopo l'annuncio di un disegno legge sullo Ius Soli, a cui l'attaccante bresciano Mario Balotelli si è detto pronto a fare da testimonial

Mario Balotelli risponde presente al ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge e si rende disponibile per un ruolo da testimonial di una campagna in favore dello Ius Soli, ovvero il diritto di ricevere la cittadinanza per il fatto di nascere nel territorio di uno Stato, indipendentemente dalla cittadinanza posseduta dai genitori.

"Sono disponibile a ogni iniziativa o proposta che provenga dalle istituzioni, tesa alla lotta al razzismo e alle discriminazioni", ha spiegato in una dichiarazione l'attaccante del Milan che, nato a Palermo da genitori ghanesi e adottato da una famiglia di Concesio, ha ricevuto la cittadinanza italiana solo con la maggiore età.

Intanto, dopo gli insulti di Borghezio, Matteo Salvini e compagnia, in Lombardia iniziano ad alzarsi i primi "no" a un disegno di legge sullo Ius Soli anche a livello istituzionale.

Per l'ex presidente del consiglio comunale di Brescia, la leghista Simona Bordonali (ora assessore all'Immigrazione di Regione), "in questo momento i temi della cittadinanza non sono così importante di fronte alla drammatica situazione economica in cui vivono centinaia di famiglie e non solo lombarde (ma un Ministro per l'Integrazione non si occupa di economia, ndr)".

"Dalla nomina del ministro si è fatto un gran parlare del colore della sua pelle, con molte strumentalizzazioni, forse per distogliere l'attenzione - scrive l'assessore in una note - dalle gravi affermazioni che ogni giorno il ministro dichiara".

"Prima di tutto - prosegue Bordonali - è necessario domandarsi a cosa serva un ministro dell'integrazione se i problemi legati all'immigrazione vengono risolti solo attraverso l'eliminazione delle regole".

Chiunque capisce, al netto di pirotecnici balzi logici, che passare dallo Ius Sanguinis allo Ius Soli non significa eliminare una regola, ma cambiarla.

CECILE KYENGE - Figlia di un padre cattolico e poligamo, con 38 fratelli figli di diverse madri, in Italia è arrivata da irregolare, come ha raccontato il neo Ministro alla trasmissione "In mezzora" di Lucia Annunziata: "ll vescovo della mia città mi aveva trovato una borsa di studio alla Cattolica di Roma", ma questa borsa non è mai arrivata e l'attuale ministro per l'Integrazione ha passato un anno in cui ha dovuto cercare un lavoro per poter restare in Italia.

"Avere tanti fratelli e sorelle mi dà l'idea di vivere dentro una comunità, facilita i rapporti con la società" ha detto, spiegando che in Congo esiste la poligamia e un uomo può avere fino a quattro mogli. "Prima della crisi era una cosa abbastanza frequente". La Chiesa cattolica, ovviamente, ha riconosciuto solo il primo matrimonio. "Anch'io sono cattolica - ha detto - ma poco praticante".

In Italia, ha spiegato ancora il ministro, è stata aiutata da alcune persone: "Un prete, un rifugiato dall'Ungheria che mi ha fatto conoscere una donna che lavorava in Zimbabwe e poi Adele Pignatelli che ha una associazione di medici a Roma. Loro mi hanno dato la possibilità di avere i documenti. Devo dire grazie a queste persone".

La sua biografia prosegue poi con il matrimonio con un calabrese nato a Modena. "Io mi sento più calabrese di lui, passo sempre le vacanze in Calabria". E' grazie al matrimonio, spiega, che è diventata cittadina italiana. Nella sua vita in Italia non sono mancate le discriminazioni.

L'episodio più brutto, racconta, "Nel 2004 quando fui aggredita mentre facevo volantinaggio per la campagna elettorale, un uomo mise le mani addosso a me e mia sorella che passavamo davanti al suo negozio. L'ho denunciato ma non ho mai avuto risposte".

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