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Lunedì, 29 Aprile 2024
Calcio

Maran si ripresenta a Brescia: “Ho sempre sperato di tornare”

Seconda avventura in biancoblù per Maran: “Riprendo da dove ho lasciato”

Rolando Maran è stato presentato questo pomeriggio presso il centro sportivo di Torbole Casaglia. Accanto al nuovo allenatore era presente il direttore sportivo Renzo Castagnini che ha introdotto così la conferenza stampa:

“Vi presento una persona che conoscete meglio di me. Vorrei dire subito perché è stata fatta questa scelta. Inutile dire che in questi giorni abbiamo sondato altri tecnici, ma con Maran abbiamo trovato l’accordo in cinque minuti perché ha dimostrato un entusiasmo e una voglia di allenare il Brescia incredibile, oltre ovviamente alle sue qualità. Così è nata la scintilla"

Un intervento veloce per dare spazio alle parole di Maran riportate di seguito punto per punto.

La proposta di Cellino

“Ero sì sotto contratto, ma alla ricerca di una situazione che mi potesse entusiasmare. Per tanti motivi Brescia è un posto dove volevo tornare e riprendere il lavoro da dove l’avevo lasciato. Parlando con il direttore ho percepito aspetti che potevano essere idonei a ciò che cercavo. Ringrazio il Direttore e il Presidente per aver visto in me la voglia di tornare a Brescia perché s’era interrotto qualcosa di importante. In questo momento mi sembrava giusto prendere questa strada. Aspetti che possano spaventare? Non credo che da altre parti sia diverso. La mia ultima apparizione a Brescia sappiamo com’è andata, ma non dobbiamo pensarci. In questo lavoro sappiamo di essere in discussione. Uno va perché ha la convinzione di fare bene e di essere in una piazza che desidera, come nel mio caso. Per me non c’è voluto molto e dal momento che ho sentito la loro stima la scelta è stata fatta”.

Gli stimoli e le motivazioni

“La prima esperienza al Brescia c’era diffidenza, la squadra arrivava da una retrocessione dalla Serie A, mentre io da tre anni in Serie C. Poi fortunatamente sul campo sono riuscito a convincere quasi tutti. Sono emozioni diverse, ero al debutto in serie B. Oggi entrare da questo cancello è stato come rivivere un passato che mi ha regalato tanto e mi ha dato la possibilità di intraprendere un percorso che mi ha portato a certi livelli. Non era tanto la voglia di tornare in campo perché l’avevo già avuta nella categoria, ma ha contato di più la voglia di allenare il Brescia”.

Situazione particolare della carriera e arrivo da subentrante

“Quando subentri vai in una situazione in cui ci sono difficoltà. È  normale che dopo una serie di sconfitte e un anno negativo come la stagione scorsa ci sia la voglia di svoltare e per un allenatore questa è la situazione ideale per subentrare. Vedendo la squadra e per come sono fatto io penso che possa essere la scelta giusta”.

La rosa e i giocatori

“È chiaro che ho i miei pensieri e anche varie ipotesi sulle quali ho iniziato a lavorare. Non dobbiamo fare paragoni con le squadre del passato. Ho fiducia e voglio valutare i giocatori in base alle loro caratteristiche con l’obiettivo di esaltare un organico che in questo momento ha dei problemi”.

Le difficoltà attuali e l’importanza di lavorare sulla testa

“Negli ultimi tempi, al di là delle ultime partite, il gruppo ha subito un colpo psicologico notevole ed è l’aspetto principale da analizzare. Oggi stato un po’ come il primo giorno di scuola, ma da quello che ho percepito la squadra ha dei valori morali, è una squadra che s’impegna, una squadra di soldati. Questo aspetto mi fa ben sperare per uscire da un momento così particolare. Sarà importante lavorare sulla testa, non bisogna sentirsi sconfitti e non deve subentrare la paura. L’unica paura che bisogna avere è non dare il massimo. Dobbiamo fossilizzarci sulla nostra coscienza e lasciare da parte i fantasmi. Premierò chi non avrà paura di giocare le partite. Bisogna avere il piacere di giocare per una piazza così bella e anche esigente. Bisogna dimostrare di meritare la maglia con più sfacciataggine e meno timidezza. Restare passivi alle situazioni porta soltanto a peggiorare. Dovrò essere bravo a risolvere questo problema perché in un momento negativo si è sempre più labili”.

La squadra di quest’anno, rafforzata o indebolita rispetto alla passata stagione 

“Devo puntare su tutti a prescindere, non posso permettermi di fare altro. Poi chi mi dimostrerà di voler sudare, essere libero e avere certe caratteristiche troverà spazio. Il Brescia deve poter attingere a tutta la rosa anche perché quando torneremo giocheremo tre partite in pochissimo tempo e ci sarà bisogno di tutti".

I tifosi e la piazza hanno apprezzato il suo arrivo

“Non vado sui social, apprendo da voi questo apprezzamento e mi fa piacere. Con i tifosi e con la piazza c’è sempre stato affetto reciproco e ricordo ancora momenti intimi della precedente esperienza. Ho solo un desiderio: ripagare tutto questo. Il momento è difficile, serve un piglio, bisogna incidere, va ripagata il prima possibile la fiducia. Sentire questo affetto mi fa piacere, ma mi dà anche una responsabilità enorme”.

Il rapporto con Cellino

“C’è grande serenità. Io ho la mia personalità e lui la sua. Quando ci siamo visti ci siamo trasmessi aspetti condivisi su come volevo agire. Io ho solo una medicina, essere me stesso e spero che essere me stesso porti continuità”.

Quali obiettivi per il Brescia

“La volontà del Presidente ve la dirà lui. Io adesso devo mettere la barca nella direzione giusta e cominciare a correre. Senza darci limiti dobbiamo pensare una partita per volta e uscire dalla zona calda della classifica”.  

Tornare al Brescia, sogno o speranza

“Mi emoziono a dirlo, ma quando sono stato chiamato l’ho visto un po’ come un segno del destino che dovessi tornare. Questa spinta che ho sempre avuto dentro era davvero forte e forse c’ho sempre sperato”.

La sosta, vantaggio o svantaggio  

“Di pancia vorrei giocare domani perchè c’è voglia di trasmettere qualcosa alla squadra. Sicuramente la sosta può aiutare perché ci sono tanti aspetti da valutare e provare. La logica mi dice ben venga la sosta, ma se fosse per la mia mentalità vorrei giocare già oggi per dare voglia ai ragazzi e togliere gli aspetti che possono turbarli”.

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