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La Vigna del Castello: un tesoro enologico e storico da tutelare

E' il vigneto urbano più grande del mondo, ma rischia di scomparire con la costruzione del parcheggio del Castello. Associazioni ambientalisti e agroalimentari sono unite nella necessità di tutelarlo come patrimonio cittadino

La Vigna del Castello di Brescia, conosciuta anche come Ronco Capretti, è  il vigneto urbano più grande del mondo, ma anche un contenitore di una cultura rurale di una Brescia passata che basava la sua economia sulla viticoltura, un crocevia della cultura e tradizione enologica bresciana.

Per quattro chilometri il vigneto del Castello si estende nel cuore cittadino e produce ogni anno 8mila bottiglie di vino di bianco Pusterla. Il vitigno utilizzato è un vitigno tipico bresciano, l’Invernaga, che tanto piaceva a Wiston Churchill che aveva soggiornato a Gardone Riviera, ma il vigneto risale a molti secoli prima alcuni documenti lo fanno risalire ancor prima della scoperta dell'America. Per grandezza supera quello più famoso e analogo di Parigi nel quartiere di Montmatre

A mettere in pericolo questo gioiello naturale e agricolo potrebbe essere la costruzione del parcheggio sotto il Castello visto che nella relazione tecnica del progetto si fa riferimento all'espropriazione di circa 7500 metri quadrati del vigneto, per la realizzazione del cantiere.

Il vigneto Ronco Capretti potrebbe diventare così il terreno dove depositare i materiali di scavo e i macchinari per la realizzazione del parcheggio, ma la stessa Brescia Mobilità ha rassicurato sul fatto che il progetto scelto per la realizzazione del parcheggio non tocca minimamente il vigneto.

Anche il sindaco di Brescia Adriano Paroli ha sottolineato l'importanza dell'area vinicola e soprattutto non si andrà ad inttaccarla con il nuovo parcheggio.

"Vigneto e vino sono un pezzo di storia del territorio; esprimono saperi che abbiamo la responsabilità di tramandare, pena vedere perduta una identità. È una cosa irresponsabile, insensato solo aver pensato di poter cancellare un pezzo di terra rurale che custodisce e modella il paesaggio nel rispetto della biodiversità e della cultura del proprio territorio, che racconta e arricchisce" ha detto Francesco Amonti, segretario di Slow Food Lombardia entrando nel merito della messa in pericolo del vigneto.



 

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