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Cronaca Roncadelle / Via Vittorio Emanuele II

Ragazzo assassinato in disco: assurda lite per una canzone

Ci sarebbe un futile motivo, la troppa insistenza per far suonare una canzone, all'origine dell'accoltellamento al Copacabana di Roncadelle, costato la vita a Roberto Ljatifi, 30enne di etnia rom

Una giovane vita spezzata per un brano richiesto con troppa insistenza al cantante ospite della serata. Sarebbe questo il futile quanto assurdo motivo che ha portato alla morte di un ragazzo di 30 anni, assassinato a coltellate nella notte tra lunedì e martedì al Copacabana Manele, locale etnico parte del centro commerciale "Brescia 2000" a Roncadelle.

In un primo momento, alcuni frequentatori della discoteca avrebbero avvicinato il 30enne per spiegargli che non a tutti era concesso di scegliere le canzoni da far suonare in sala. Quella che sembrava una banale discussione è però degenerata in una violenta rissa, fino all'aggressione con il coltello.

Dopo aver affondato la lama, l'accoltellatore ha cercato di guadagnare velocemente l'uscita. Il buttafuori, nel tentativo di fermarlo, ha rimediato diverse coltellate ed è stato trasportato d'urgenza al Civile, dove è stato sottoposto a una delicata operazione chirurgica. L'aggressore è infine fuggito a tutto gas al volante di un'auto, ma alcuni testimoni sarebbero riusciti a segnarsi parte della targa e a fornire una descrizione del veicolo.

Vittima dell'agguato è Roberto Ljatifi, di etnia rom e nazionalità serba, residente a San Polo. Il Copacabana è frequentato soprattutto da giovani stranieri, in prevalenza romeni.

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