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Cronaca Via Borgosatollo

Brescia: piccioni acrobati al campo Rom di via Borgosatollo

Nelle casette prefabbricate del campo Rom di via Borgosatollo c'è spazio anche per un centinaio di piccioni. Animali "sacri" nella cultura balcanica ed impiegati nelle competizioni di volo acrobatico

Noi li scacciamo e, fino a che la legge lo consentiva, gli sparavamo. Così, per sport. A pochi piacciono e molti si lamentano, a ragion veduta, dei muri e dei tetti imbrattati dai loro escrementi. Di chi stiamo parlando? Dei piccioni, che al campo Rom di via Borgosatollo sono volatili sacri. Ce ne sono un centinaio e sono tenuti come delle reliquie, perché nella cultura balcanica allevarli è una tradizione.

Ci sono alcune specie di piccioni, infatti, che adeguatamente addestrate compiono pirolette da ballerine da étoile della Scala, ma ad alta quota. Il clan Ibrahimi si è trasferito a Brescia durante la guerra del Kosovo, nei primi anni '90, e con sé ha portato anche i migliori esemplari di volatili, che ha fatto riprodurre per assicurarsi generazioni di campioni da esibire nelle  gare di volo acrobatico. Uno sport da noi completamente sconosciuto, ma che assicura il capo clan, Elia Ibrahimi, in Serbia, Turchia e Germania è invece molto praticato: “Un po' come il calcio per gli italiani”.  

Dei pennuti si occupa prevalentemente il figlio di Elia, Agim, quando rientra nelle casette prefabbricate che sorgono lungo l'A4, dopo una giornata di lavoro. Ed è lui che mostra con orgoglio il campione Mavli Park, quello che fa vincere le gare e insegna i trucchi ai più piccoli. I piccioni vivono in una capanna all'ingresso, sono vaccinati, marchiati, ben nutriti e amorevolmente accuditi. Agim, prima di cominciare ad addestrarli e ad insegnarli le acrobazie, li nutre con un biberon, perché crescano sani e forti. Le evoluzioni migliori, come questa, vengono immortalate e postate su Facebook per intimidire i concorrenti prima delle gare.

A vincere è il piccione che fa più evoluzioni perfette.Nulla a che vedere con le corse dei cavalli. In queste competizioni non si guadagna nulla, assicura la famiglia Ibrahimi, anzi si spende per assicurarsi gli esemplari migliori, che possono costare fino a 500 euro. 

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