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Martedì, 30 Aprile 2024
Attualità Fiesse

Cumuli di scorie (anche cancerogene): la bonifica costerà 10 milioni di euro

Rilevato il superamento delle soglie di contaminazione

La bonifica delle ex cave Rocca di Fiesse potrebbe costare fino a 10 milioni di euro, circostanza definita plausibile anche dalla Regione. Le ultime analisi, effettuate da Arpa nel gennaio scorso, hanno nel frattempo evidenziato il superamento delle Concentrazioni soglia di contaminazione (in due piezometri) per cromo esavalente, ferro e manganese: nello specifico, è stata riscontrata una contaminazione più elevata delle acque sotterranee in corrispondenza del piezometro rappresentativo delle acque a valle.

"Rassicuriamo i cittadini: Fiesse è una priorità"

“Rassicuriamo i cittadini, tutte le istituzioni sono unite – il commento dell’assessore regionale all’Ambiente, Giorgio Maione –: consideriamo il sito di Fiesse una delle priorità sulle quali intervenire. La Regione ha già finanziato con mezzo milione di euro la rimozione di uno dei due cumuli, ora servono risorse ingenti per completare l’intervento. Il dialogo con il ministero per trovare queste risorse è già aperto. Ma è necessario sottolineare lo straordinario lavoro dei tecnici di Arpa per tenere costantemente sotto controllo l’area, con indagini continue delle acque e l’utilizzo di droni per controllare la copertura. I risultati delle analisi, arrivati martedì, ci inducono a estendere la rete piezometrica di monitoraggio. Nelle prossime settimane procederemo a un nuovo campionamento delle acque sotterranee”.

La storia delle ex cave Rocca di Fiesse

La storia delle ex cave Rocca comincia nel 1998 con l’abbandono di due cumuli di materiale, costituiti in prevalenza da polveri di abbattimento dei fumi di acciaieria mescolati con sabbia. Il Comune, con finanziamenti del Pirellone, ha provveduto nel 2002 alla messa in sicurezza tramite la copertura con geomembrana e al posizionamento di tre piezometri per il monitoraggio delle acque sotterranee, e negli anni successivi a periodici interventi di riparazione, risaldatura e ripristino del telo di copertura del cumulo. Nel 2017 il “Cumulo due” è stato rimosso attraverso un intervento finanziato dalla Regione: nel 2022 il Comune ha implementato la rete piezometrica con la realizzazione di 4 nuovi piezometri.

Nel gennaio scorso, infine, è stato effettuato un volo con drone (in dotazione all’Arpa) per la verifica dello stato della copertura e l’esecuzione della campagna di monitoraggio delle acque sotterranee, con contestuale battuta topografica dei piezometri e relativa misurazione della soggiacenza della falda, al fine di ricostruzione l’andamento della tavola d’acqua sotterranea.

I prossimi interventi in programma

All’esito delle analisi, fa sapere ancora la Regione, “si ritiene dunque necessaria la realizzazione di ulteriori piezometri da ubicare a valle, al fine di verificare l’estensione della contaminazione rilevata: sarà inoltre controllato periodicamente lo stato di conservazione della copertura di recente realizzazione”. Al di là dei piezometri, a maggio è atteso un nuovo intervento di Arpa per il campionamento delle acque sotterranee e a ulteriori verifiche dell’andamento della tavola d’acqua nel sottosuolo, “al fine – concludono dal Pirellone – di disporre degli elementi sufficienti per poter ubicare nel modo più corretto i nuovi presidi di monitoraggio”.

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