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Emanuele morto annegato a 16 anni, il papà commuove tutti a Tú Sí Que Vales

Così papà Gianpietro ha raccontato del dolore provato

C'è anche Gianpietro Ghidini, 62 anni, alle semifinali di Tú Sí Que Vales, il talent show in onda sulle reti Mediaset. È il papà di Emanuele, morto a 16 anni in una tragica serata: si è tuffato nel fiume Chiese, qui è morto annegato. Sono passati ormai 10 anni da quella terribile notte. E papà Gianpietro racconta quei momenti terribili. “Il dolore è il nemico invisibile che tutti temiamo”, ha detto all'esordio, davanti alla giuria composta da Maria De Filippi, Gerry Scotti, Rudy Zerbi, Luciana Littizzetto e Sabrina Ferilli: “Il dolore mi ha travolto 10 anni fa, quando mi sono trovato sopra a un fiume, a Gavardo. Mi avevano appena raccontato che mio figlio Emanuele, 16 anni, si era appena gettato nel Chiese dopo aver preso una droga sintetica a una festa, con gli amici. Mi sono trovato faccia a faccia con quel dolore, era come se mi chiamasse e mi dicesse buttati: solo così avrei potuto cancellarlo”.

L'associazione

E invece pochi giorni dopo, la svolta. “Sono tornato a casa a cercare di capire se la mia vita avesse ancora un senso. È stato l'amore per mio figlio a fermarmi dal voler farla finita. Ho sognato Emanuele, che mi sarei tuffato in quel fiume e che l'avrei salvato. Improvvisamente ho avuto tutto chiaro: papà salvati, prova a cambiare la tua vita, mi ha detto Emanuele in sogno. Così ho creato l'associazione Ema Pesciolinorosso, con cui vogliamo aiutare i più giovani: scuole, oratori, teatri, abbiamo già fatto più di 2mila incontri in tutta Italia”.

Gianpietro Ghidini a Tú Sí Que Vales - VIDEO

Il messaggio

Da quel giorno nefasto, Gianpietro Ghidini si è fatto portatore di un messaggio: “Credete in voi stessi, anche se nella vita ci sono dolore e difficoltà. Il dolore non è una cosa da cui sfuggire, magari con la droga e l'alcol, ma un'opportunità per crescere. La soluzione a tutto è sempre l'amore: anche se abbiamo commesso errori, solo cominciando ad amarci possiamo guarire. Io non so dove mi porterà tutto questo: ma vorrei già tornare qui – ha concluso Ghidini riferendosi ai giudici – e venirvi a dire grazie”.

Tanti, tantissimi abbracci in questi anni con i ragazzi incontrati con l'associazione Ema Pesciolinorosso. “L'abbraccio è uno scambio, quelle lacrime sono come uno specchio – dice ancora Gianpietro –: ogni volta che abbraccio un ragazzo o una ragazza, mi sembra di riabbracciare il mio Emanuele”.

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