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Paura coronavirus: torna dalla Cina, sarta si mette in quarantena

Riaprirà lunedì mattina il negozio di sartoria di Via Roma a Roncadelle, gestito da una famiglia cinese e chiuso ormai dal 1 febbraio

Dovrebbe riaprire lunedì il negozio di sartoria di Via Roma a Roncadelle, gestito da una famiglia cinese, che ha abbassato le serrande ormai da un paio di settimane dopo il rientro dei proprietari dalla Cina: “Siamo tornati il 1 febbraio – si leggeva sul cartello che era stato apposto sulla saracinesca già abbassata – Per sicurezza faremo una pausa di 14 giorni, il negozio riaprirà il 17 febbraio”.

Si tratterebbe di una sorta di auto-quarantena, in realtà nel pieno rispetto delle indicazioni sia del Ministero della Salute che dell'Organizzazione mondiale della sanità nelle settimane dell'emergenza coronavirus. I titolari del negozio, marito e moglie, e con loro i due figli ancora piccoli, è come se si fossero “barricati” in casa: nessuno è andato al lavoro e nessuno è andato a scuola. In realtà starebbero tutti bene, e tutto ciò sarebbe stato fatto solo per motivi precauzionali.

Le accuse della minoranza

Ma anche a Roncadelle un po' di psicosi non manca. E c'è pure la campagna elettorale (si vota tra pochi mesi). Dunque la consigliera di opposizione (e candidata sindaco) Elisa Ragosa ha chiesto lumi sull'accaduto, dopo aver notato e fotografato il biglietto sulla saracinesca: “Una situazione che lascia qualche dubbio – scrive Ragosa – Parto col dire che se fosse uno scherzo lo troverei personalmente di pessimo gusto. Non è questione di allarmismo ma di buon senso e sicurezza. Se così non fosse, l'atteggiamento approssimativo di questa amministrazione è davvero grave”.

La replica dell'amministrazione

E puntuale è arrivata la replica dell'amministrazione comunale: “Non appena osservata la comunicazione – spiega il sindaco Damiano Spada – l'amministrazione si è prontamente mossa, come da prassi, avvisando le autorità incaricate per avere indicazioni sul comportamento più idoneo. La coppia in questione, in maniera responsabile, ha deciso di rispettare quanto indicato dal ministero: l'adozione della permanenza volontaria, fiduciaria, a domicilio fino al completamento dei 14 giorni successivi all'uscita delle aree a rischio”.

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