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Si scava la galleria, terreni e vigneti sommersi dalla schiuma: c’è anche una voragine

Scene incredibili a San Cipriano

Gli scavi sotterranei alla galleria naturale di Lonato per la nuova linea ad alta velocità (Tav) Brescia Est-Verona sarebbero la causa della clamorosa fuoriuscita di schiuma nei terreni e nel vigneto (coltivato a groppello) di proprietà dell’agriturismo Corte Aurea di San Cipriano, ai confini tra Desenzano e Lonato: i sommovimenti del terreno hanno inoltre dato il via a uno smottamento che ha abbattuto una cancellata, una quercia quasi secolare, parte della strada (siamo nella zona di Via Lugasca) e provocato una voragine profonda almeno due metri mezzo, ora colma d’acqua.

Cosa è successo a San Cipriano

Incredibile ma vero, tutto è successo nella notte tra domenica e lunedì. “Era da giorni che sentivamo come dei gorgoglii sotterranei – ammette Giancarlo Magoni, titolare dell’azienda agricola insieme ai figli Giovanni e Dorina – finché domenica notte, come fosse un geyser, da un buco in giardino è cominciata a fuoriuscire tanta, tantissima schiuma, che ha ricoperto il terreno, la piscina, il vigneto. L’abbiamo trovata pure nel piano interrato”.

La sostanza in questione si tratterebbe di un agente schiumogeno utilizzato per lo scavo delle gallerie: serve a preparare il terreno alle operazioni ma anche a limitare i danni da usura ai macchinari. Tra Lonato e Desenzano si sta scavando la seconda canna della galleria naturale (da circa 4,5 km) che fa parte del sistema della “Galleria Lonato”, l’opera più costosa e complicata della nuova linea Tav (da sola vale 206 milioni di euro, quasi il 10% dei 2,6 miliardi complessivi).

La raccolta dei campioni per le analisi

A poche ora dall’accaduto, nella mattinata di lunedì, sono arrivati i tecnici di Arpa e dei Comuni di Desenzano e Lonato per il dovuto sopralluogo, oltre alla Polizia Locale, ai Vigili del Fuoco e a Cepav due, il Consorzio Eni per l’alta velocità che è general contractor della Brescia Est-Verona: sono stati raccolti campioni per le analisi con cui verificare l’eventuale inquinamento dei terreni e dell’acqua, ma saranno eseguite analisi in contradditorio anche dai privati. 

Un episodio simile, ricordiamo, si era verificato poco lontano anche un anno e mezzo fa: sempre in Via Lugasca, durante gli scavi alla prima canna della galleria naturale, era stato registrato un doppio fronte franoso. Una residente era stata pure allontanata dalla sua abitazione, per motivi di sicurezza.

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