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Primo caso bresciano di vaiolo delle scimmie: uomo in isolamento

Primo caso in provincia di Brescia

Primo caso bresciano di vaiolo delle scimmie: si tratta di un uomo, di cui non è stata resa nota l'età, che da circa una settimana si trova in isolamento domestico (e per ora sta bene). Il contagio è stato diagnosticato dall'ospedale di Verona: a quanto pare si sarebbe infettato all'estero, da poco tornato in Italia da un viaggio. Come riferito dall'assessorato al Welfare di Regione Lombardia, il caso bresciano è l'undicesimo in regione: altri cinque sono stati rilevati nel territorio di Ats Milano, tre in Brianza, uno a Brescia, nel Pavese e nell'Ats Val Padana (Cremona e Mantova). Sono tutti in isolamento domiciliare e in buone condizioni di salute.

Sequenziato il genoma

Buona notizia sul fronte della ricerca. E' stato sequenziato l'intero genoma di un ceppo del virus del vaiolo delle scimmie (monkeypox) prelevato dal tampone di uno dei pazienti di ritorno dalle Canarie. L'operazione è stata effettuata con successo al Policlinico San Matteo di Pavia da un team composto da Piera D'Angelo, Guglielmo Ferrari, Stefano Gaiarsa, Federica Giardina, Stefania Paolucci, Antonio Piralla, Greta Petazzoni e Federica Zavaglio, guidato da Fausto Baldanti, direttore di Microbiologia e virologia dell'ospedale pavese. 

Per quanto riguarda il virus in Italia, il primo caso è stato diagnosticato il 20 maggio scorso. “Le persone vaccinate in passato contro il vaiolo – fa sapere il Ministero della Salute – potrebbero essere protetti contro il vaiolo delle scimmie. E' improbabile però che le persone di età inferiore ai 40 o ai 50 anni siano state vaccinate, poiché la vaccinazione contro il vaiolo è terminata nel 1980, quando è stato eradicato”.

Vaccini contro il vaiolo

La prova di una precedente vaccinazione contro il vaiolo può essere solitamente trovata come una cicatrice sulla parte superiore del braccio. “Al momento – continua il Ministero – i vaccini contro il vaiolo originali, di prima generazione, non sono più disponibili al pubblico. Personale di laboratorio e operatori sanitari potrebbero aver ricevuto un vaccino contro il vaiolo più recentemente, per proteggerli in caso di esposizione agli orthopoxvirus sul posto di lavoro. Un vaccino ancora più recente basato su un virus attenuato modificato (ceppo di Ankara) è stato approvato per la prevenzione del vaiolo delle scimmie nel 2019”. Ma la cui disponibilità è limitata.

Il vaiolo delle scimmie

Il vaiolo delle scimmie (noto anche Mokeypox o Mpx) è una zoonosi virale (il virus è trasmesso all'uomo dagli animali) con sintomi simili a quelli osservati in passato nei pazienti con vaiolo, sebbene clinicamente sia meno grave. Il vaiolo, infatti, si trasmetteva più facilmente ed era più letale poiché circa il 30% dei pazienti decedeva. Con l'eradicazione del vaiolo nel 1980 e la successiva cessazione della vaccinazione, il vaiolo delle scimmie è emerso come il più importante orthopoxvirus per la salute pubblica. 

Per la maggior parte delle persone, comunque, l'MPX è una malattia lieve-moderata e autolimitante. Il vaiolo delle scimmie umano è stato identificato per la prima volta negli esseri umani nel 1970 nella Repubblica Democratica del Congo, in un bambino di 9 anni in una regione in cui il vaiolo era stato eliminato nel 1968.

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