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Fosforo e veleni, allarme ambientale per lago d'Iseo e fiume Oglio

I risultati di una ricerca dell'università Bicocca di Milano confermano la situazione difficile, dal punto di vista ambientale, per fiume Oglio e lago d'Iseo

Al lago d'Iseo rischia di mancare l'aria: negli anni le quantità di ossigeno si sarebbero continuamente ridotte, soprattutto nei fondali. A discapito della presenza di altre sostanze ben più invasive, per non dire inquinanti, tra cui la presenza di fosforo che va bene essere il nutrimento delle alghe, ma è anche la conferma di una presenza antropica sempre più pressante. E non se la passa meglio il fiume Oglio: lungo il corso d'acqua è stata riscontrata presenza significativa di arsenico e nitrati (veleni e fertilizzanti).

Sono questi i dati (inquietanti) pubblicati da Bresciaoggi, i risultati di una ricerca lunga tre anni (due anni di monitoraggio e il terzo di analisi) a cura dell'università milanese della Bicocca, e che in 36 mesi ha passato al setaccio (scientifico) un'area di quasi 2.000 chilometri quadrati, appunto dal lago d'Iseo fino a Ostiano, in provincia di Cremona, seguendo il percorso del fiume Oglio.

Un lavoro lungo e complesso: le operazioni di “monitoraggio idrodinamico” sono state effettuate in 63 pozzetti della falda freatica, in 33 stazioni di tappe fluviale, in 15 scarichi a fiume e in 6 sorgenti. In tutto sono stati raccolti più di mezzo migliaio di campioni, ed effettuate più di 9mila analisi chimiche.

Non solo: sono stati analizzati i campioni di acqua – nell'ambito di un “monitoraggio idrochimico” – prelevati da 58 direttamente dal lago d'Iseo, da 21 stazioni fluviali, 7 sorgenti e 2 collettori di pioggia. Queste le principali sostanze misurate: arsenico, ferro, isotopi d'acqua, manganese e nitrati.

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