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Gioco a baseball ma non ci vedo: la favola dei Bluefire CUS

Una bella storia di sport e coraggio, partita dall'Università di Brescia: dieci ragazzi ciechi o ipovedenti pronti a scendere in campo per giocarsi il campionato italiano di baseball per non vedenti

Omar Asli, Qadeer Ashgar, Jessica Buttiglione, Stefania Canino, Arianna Colonnello, Elena Lazzari, Gaspare Pagano, Elisabetta Russo. Ma pure i veterani Barbara Menoni e Sarwar Ghulam, ragazzo di 29 anni di origini pakistane e che della squadra è capitano. Tutti insieme fanno i Bluefire Cus,  con dedica ovvia al Centro Sportivo dell’Università di Brescia, la prima squadra bresciana che gioca a baseball anche se non ci vede.

Sono tutti ciechi o ipovedenti: si allenano in una palestra di Via Balestrieri, a due passi dal liceo Leonardo, giocano in casa nei campi adiacenti l’università. Membri orgogliosi di una squadra che ha già fatto parlare di sé, e non solo in città: parteciperanno infatti al campionato italiano di baseball per non vedenti, disciplina riconosciuta dalla Federazione dal 1997. Con loro altre sette squadre, tra cui i campioni uscenti (giocano in terra milanese) dei Thunder’s Five.

Ad allenarli coach Eugenio Brivio, arrivato da Cernusco sul Naviglio. Una grande avventura, e una bella storia di sport e di coraggio: si vince tenendo le orecchie bene allerta, memorizzando le posizioni di gioco, migliorando la propria capacità di orientarsi. Lo sport che diventa metafora della vita: ci si realizza anche nel quotidiano, grazie allo spirito di gruppo e di squadra.

Come già si vede dalla formazione titolare, per una volta non mancano le quote rosa. L’ingrediente perfetto per chiudere in bellezza una favola tutta bresciana, e che anche con questo freddo riesce a scaldare il cuore. 

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