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Matteo, Andrea e Marco: a loro gli Oscar del vino gardesano

Celebrata la 53esima edizione del Palio del Groppello

Alla cantina Turina di Moniga il Palio del Groppello, 53esima edizione: il celebre Oscar del vino gardesano è stato consegnato al Riviera Garda Classico Groppello 2021, giudicato miglior vino rosso a base di uve groppello (in purezza) dai confratelli riuniti come da tradizione all'Antica Cascina San Zago di Salò. Il nettare di Turina ha superato per una manciata di voti gli altri finalisti, già selezionati (da una giuria di enologi e professionisti del settore) di oltre 20 etichette di Groppello in purezza, annata 2021: Bottenago di Polpenazze e Scolari di Raffa di Puegnago. 

Il Palio del Groppello 2022

Il vincitore, come da prassi, è stato valutato alla cieca al termine di una degustazione accompagnata dallo spiedo griffato Carlo Bresciani, chef e patron della Cascina San Zago: a ritirare la mitica coppa del Palio del Groppello il giovane Matteo Turina, ma presenti in sala anche Marta Ghisleni (Bottenago) e Giovanni Prete (Scolari). Celebrati anche gli spumanti: menzioni speciali al metodo classico bianco Martina (della cantina Due Pini di Polpenazze), al metodo classico rosé Bottinus (Bottenago) e al metodo charmat rosé Turmalino (Leali di Monteacuto, Puegnago).

"L'annata 2021 per il Groppello è stata eccezionale, per non dire memorabile - ha spiegato Claudio Piergentili, presidente della Confraternita del Groppello: è la più antica del Garda, attiva dal 1970, l'anno del primo Palio - In questi anni il vino ha vissuto un'evoluzione notevole, ma non ha perso le sue caratteristiche: rimane un tesoro da conservare e promuovere".

palio groppello 2022 coppa turina
La consegna in cantina della mitica coppa

La cantina Turina di Moniga

La cantina Turina di Moniga è un cult in tutto il lago di Garda (e oltre). Vignaioli dal 1924, la famiglia Turina vanta oggi la quarta generazione tra le vigne: Matteo, Andrea e Marco. Una storia che comincia da lontano, addirittura dal 1896: quando il trisnonno Angelo Turina da Salò giunse a Moniga come mezzadro nella corte del senatore Pompeo Molmenti, negli anni in cui nacque il vino Chiaretto. In tal senso da Turina sono dei veri professionisti, anzi "chiarettisti": gli unici (o quasi) a proporre tre versioni del vino rosa più famoso della Valtenesi, a partire dal Riviera Garda Classico Chiaretto, dai profumi intensi e immediati, proseguendo con il mitico Valtenesi Fontanamora (che prende il nome da un vigneto in località Balosse) che invece è più fine, con un bouquet aromatico più ampio, fino a giungere al Setamora, una sorta di rosé "riserva" a cui spetta anche un passaggio in barrique. 

"Siamo chiarettisti da sempre"

"Siamo chiarettisti da generazioni e da sempre il Chiaretto è il nostro cavallo di battaglia - racconta Matteo Turina, e a ragione: da tempo il rosa Turina è finalista al Trofeo Molmenti, il premio più ambito tra i rosé gardesani - e per questo ci siamo specializzati nelle diverse sfumature del nostro rosa. Tutto comincia dal lavoro in vigneto, ci sono tanti modi per enfatizzare il profilo aromatico di un vino: le cimature in questo o in un altro periodo, la defoliazione in determinati momenti. Così possiamo indirizzare la vite dove vogliamo arrivare: la nostra è una viticoltura di precisione".

Uno sguardo al futuro

La cantina, affacciata sulla Strada provinciale 572 appena fuori paese, è stata ristrutturata nel 2020: la produzione si attesta intorno alle 150mila bottiglie l'anno, con uve raccolte in 25 ettari in gran parte a Moniga e dintorni, ma con 10 ettari anche in Lugana. "Un importante investimento dei nostri genitori - continua Matteo Turina - con vigneti di proprietà che gestiamo noi: questo ci permette di essere luganisti in prima persona". Dunque nel carnet Turina non manca il Lugana, in due versioni (anche il Fenil Boi, dal nome del vigneto): e poi c'è tanto rosso, non solo il Groppello premiato ma anche il Valtenesi Seselle (che alle uve groppello, 80%, affianca anche il rebo) e un tradizionale Marzemino (Igt Benaco Bresciano). 

Lo sguardo al futuro: "Da anni lavoriamo a un importante rinnovamento, portando novità oggi essenziali per essere competitivi - dice ancora Matteo Turina - ma facendo tesoro dell'esperienza dei nonni e dei genitori, che hanno gestito la cantina in maniera eccezionale, quasi maniacale, anche sul fronte della tecnologia e dei macchinari". Matteo è laureato in Enologia a Milano, il cugino Marco a Verona: "Questo ci consente un continuo confronto, esperienze e approcci diversi, da cui nasce però una sintesi che prende il meglio dell'uno e dell'altro". Avanti così. E a proposito di vino da Oscar: Turina è fornitore ufficiale anche del Desenzano Film Festival, la mostra internazionale del cinema corto.

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