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Martedì, 19 Marzo 2024
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I Giorni della Merla tra storia e leggenda: perché si chiamano così

Leggende popolari (note anche nel Bresciano) che raccontano le origini dei Giorni della Merla

Salvo ribaltoni meteorologici, il freddo in realtà anche quest'anno sembra ormai già passato: le minime da qualche giorno sono tornate ampiamente sopra lo zero. Ma come da tradizione è atteso il countdown per il puntuale ritorno dei "Giorni della Merla", da sempre considerati i più freddi dell'anno - per ovvi motivi: siamo nel "cuore" dell'inverno: ma quest'anno il clima è quasi primaverile - e previsti dal 29 al 31 gennaio. Tutti ne parlano, non tutti lo sanno: ma perché si chiamano Giorni della Merla?

I Giorni della Merla

Sono due le versioni più note della celebre leggenda che avrebbe portato all'origine dei Giorni della Merla. A mente fredda, possono essere interpretate come una versione accelerata (e semplificata) della teoria dell'evoluzionismo: ma non è questo il momento per discuterne. La versione più scientifica, invece, rimanda ai giorni più freddi dell'anno per motivi di calendario: a conti fatti, come detto, siamo nel pieno dell'inverno.

Le due leggende più note

Vediamo ora le due leggende più note. La prima è quella che probabilmente tutti i bresciani conoscono: si narra che una merla e i suoi piccoli, a quel tempo di piumaggio nero come i maschi, alla fine di gennaio trovarono rifugio in un comignolo, da cui uscirono solo dopo tre giorni. Quando si allontanarono, però, non erano più neri: erano diventati grigi per via della cenere.

Questo a giustificare, dunque, la differente colorazione delle piume tra esemplari maschi e femmine. La seconda versione racconta dei dispetti che il mese di gennaio faceva a questa povera merla. Si divertiva, infatti, a farle patire il freddo ogni qualvolta che lei abbandonava il nido, in cerca di cibo. Stanca della fastidiosa situazione, ci fu un anno in cui la merla decise di fare scorta di provviste, per non lasciare il nido per tutto il mese.

A quel tempo il mese di gennaio durava solo 28 giorni: uscita dal nido alla fine del ventottesimo giorno, scatenò l'ira di gennaio che chiese in prestito tre giorni a febbraio. E in quei tre giorni fece piovere e nevicare, fece soffiare il vento a più non posso facendo crollare le temperature. Per lo stesso motivo di cui sopra, dunque, la merla trovò rifugio in un comignolo, dove rimase per tre giorni. Alla fine della tempesta le sue piume erano ormai tutte grigie.

Un'altra tradizione popolare

Un'altra leggenda popolare fa sì che i Giorni della Merla siano utili anche per le previsioni del tempo a lungo termine. Se infatti in quei tre giorni le temperature sono miti, così si dice, allora significa che l'inverno durerà ancora a lungo. Se invece farà davvero freddo, allora l'inverno sta per finire, e la primavera non tarderà ad arrivare. Speriamo sia così, almeno quest'anno: e che la primavera spazzi via anche i venti di guerra che, per sua stessa natura, aleggiano da sempre in questa società.

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