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Deroghe alla caccia: "Il più grande attacco alla fauna selvatica di sempre"

L'appello firmato da 15 associazioni animaliste, ambientaliste e non solo: dure critiche alle ultime delibere sulla caccia di Regione Lombardia

“In Regione Lombardia si prospetta il più massiccio attacco alla fauna selvatica di tutti i tempi”: lo scrivono 15 associazioni animaliste, ambientaliste e non solo (Associazione vittime caccia, Cabs, Cai Lombardia, Enpa, Gaia, Gol, Gruppo intervento giuridico, Lac, Lav, Leal, Legambiente, Leidaa, Lipu, Pro Natura e Wwf) in riferimento alle più recenti delibere regionali che per le dette associazioni sarebbero “in palese e conclamata violazione delle norme di tutela dell'ambiente e degli animali, per tutelare gli interessi privati delle frange più estremiste di cacciatori sparatutto”.

Il riferimento, nel dettaglio, è alle “deroghe per uccidere i piccoli uccelli protetti, norme che favoriscono il bracconaggio e il commercio illegale di specie protette, l'approvazione di una delibera per continuare a consentire la caccia degli uccelli migratori nei valichi montani che per legge devono essere vietati alla caccia”.

Quanti sono i cacciatori in Italia (e in Lombardia)

Come si legge in un'indagine di Armi e Tiro su dati Istat, in tutta Italia si conterebbero poco più di mezzo milione di cacciatori: quarant'anni fa erano oltre 1,7 milioni, poi calati a meno di un milione e mezzo nel 1990 e a circa 800mila nel 2000. In Lombardia, dati aggiornati al 2017, i cacciatori muniti di tesserino sarebbero poco più di 62mila. Dunque sono pochi, sempre di meno: ma sono davvero un problema? Le associazioni firmatarie parlano di “una lobby venatoria pronta a chiedere di violare la legge pur di uccidere sempre di più”: sui valichi montani, scrivono, “i legislatori sanno benissimo che la protezione nei valichi non è una facoltà ma un obbligo derivante dalla legislazione nazionale e comunitaria”.

La caccia in deroga: "Non sparate al cardellino"

E ancora, la proposta delle ultime settimane sulla caccia in deroga, che permetterebbe la caccia al cardellino, verdone, lucherino, fringuello, peppola, frosone, pispola, storno e tordela. “Un'eventualità del genere – spiegano ancora gli ambientalisti – ci riporterebbe indietro di 50 anni, permettendo l'uccisione di piccoli uccelli canori, le cui popolazioni sono in costante declino. Il cardellino è un uccello tra i più conosciuti e amati, raffigurato in moltissime opere d'arte a partire dal medioevo e di cui pure Antonio Vivaldi cercò di imitare il melodioso canto ne Il Gardellino: sparare ai pochi esemplari rimasti è un'offesa per la maggioranza dei lombardi, stanchi di essere ostaggi di proposte vergognose”.

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