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Senza no-vax ospedali vuoti: in terapia intensiva il 70% non è vaccinato

I dati che raccontano quanto pesino i non vaccinati sulle ospedalizzazioni

Al boom di contagi degli ultimi giorni del 2021 e, soprattutto, dei primi del 2022 segue anche un'accelerazione delle ospedalizzazioni. Ma la buona notizia è che, diversamente da quanto accaduto durante le ondate precedenti, le curve dei ricoveri  - sia nei reparti ordinari che in quelli di terapia intensiva - crescono molto più lentamente. Lo si evince dai numeri: nelle ultime 24 ore sono stati 219.441 i nuovi casi in Italia mentre i ricoveri sono stati 502, di cui 39 in terapia intensiva. In Lombardia, a fronte di 52.693 contagi si sono registrate un centinaio di ospedalizzazioni.  

Rispetto al passato, quindi, i ricoveri - ma anche i decessi - restano più contenuti. E la ragione non è la minore aggressività della variante Omicron. O meglio, non solo. Per capirlo basta analizzare i numeri.

Quanto pesano i non vaccinati sugli ospedali

Stando ai dati diffusi dalla Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) i ricoveri negli ospedali sentinella sono aumentati del 25% nella settimana tra il 28 dicembre e il 4 gennaio e sono raddoppiate le ospedalizzazioni degli under 18. Ma a pesare e parecchio sui ricoveri - soprattutto in terapia intensiva -  sono i non vaccinati. I numeri parlano chiaro: oltre il 70% dei posti letto sono occupati da persone che non hanno ancora ricevuto il vaccino. Dai dati raccolti da Skytg24 emerge poi che sul 20% dei ricoverati per Covid, il 10% è composto da no- vax: ovvero la metà del totale. La percentuale è drasticamente più alta se si guarda alle terapie intensive: in questo caso sul 15% dei degenti in terapia intensiva, solo il 5% è formato da persone vaccinate e il 10% da non vaccinati, con un'equivalenza pari a due terzi del totale. 

Questi dati, al netto delle mal interpretazioni dalla propaganda no-vax, ribadiscono quanto la vaccinazione sia efficace e confermano che il rischio a cui sono esposti i vaccinati è molto più basso di quello dei non vaccinati. A scanso di equivoci, il concetto è stato chiarito anche dall'Istituto superiore di sanità: quando i vaccini nella popolazione raggiungono livelli di copertura molto alti (ed è proprio il caso dell'Italia), si verifica il cosiddetto "effetto paradosso" per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati, per via della progressiva diminuzione del numero di questi ultimi.

Il "paradosso" dei contagi e dei ricoveri tra i vaccinati, per cui l'aumento delle vaccinazioni fa sembrare che si ammalino di più i vaccinati, anche se non è affatto vero. La vaccinazione anti Covid-19, come accade per tutte le vaccinazioni, non protegge il 100% degli individui vaccinati. È quindi possibile ed atteso un limitato numero di casi di infezione, di ricoveri ospedalieri, di ricoveri in terapia intensiva e di decessi anche tra i vaccinati, in numero estremamente più basso se confrontati a quelli che si verificano tra i soggetti non vaccinati.

Anche il crollo dei decessi è da attribuire al vaccino: le stime dell'Istituto superiore di sanità mostrano che a novembre sarebbero morte per Covid-19 mille persone non vaccinate, altrettante anche nel mese di dicembre, mentre sarebbero 330 i deceduti senza vaccino nei primi 5 giorni di gennaio.

E gli esperti confermano: "La quarta ondata di Covid in Italia sta mostrando un comportamento decisamente diverso rispetto alle ondate precedenti. Ci sono tanti contagi, ma ricoveri e decessi rimangono contenuti". Questa la conclusione a cui giunge la ricerca condotta da Andrea Palladino, fisico e data scientist a Berlino.

"Numeri alla mano - prosegue lo scienziato - il Covid sembra essersi indebolito solamente nei vaccinati. L'incidenza dei ricoveri per i non vaccinati rimane 12 volte superiore ai vaccinati con una dose, 26 volte superiore ai vaccinati con dose booster".

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