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Cronaca Nuvolento

"Una brava mamma, portava il suo ragazzo a messa: tragedia inconcepibile"

Così l'ex parroco di Nuvolento descrive Raffaella Ragnoli, la 57enne accusata dell'omicidio del marito Romano Fagoni.

Un dramma familiare, terribile quanto inaspettato, che ha sconvolto Nuvolento e scosso le coscienze di molti. Per la comunità - civile e religiosa - la famiglia Ragnoli-Fagoni era una come tante. Nessun presagio della tragedia che si è consumata nella cucina dell'abitazione di via Carlina, poco prima delle 21 di sabato 28 gennaio. Quasi nessuno era a conoscenza delle tensioni e dei litigi tra i coniugi. Un clima burrascoso che avrebbe portato la 57enne Raffaella Ragnoli ad impugnare un coltello da cucina e a vibrare le 6 coltellate che hanno reciso la giugulare del marito Romano Fagoni, uccidendolo.

La donna - in carcere da sabato notte con l'accusa di omicidio volontario aggravato - avrebbe riferito agli inquirenti di aver afferrato la lama per difendere il figlio di 15 anni: dalla sua prima versione, infatti, traspare il fatto che il marito avesse in mano un coltello da cucina e con questo stesse minacciando lei e il ragazzino che ha assistito all'omicidio e ha poi chiamato i soccorsi. Una reazione, dettata forse dall'istinto, che ha messo fine alla vita dell'uomo sposato nel 1992 e segnato irreparabilmente quelle dei loro figli: l'adolescente testimone del delitto e la sorella maggiore che da anni abita e lavora sul lago di Garda.

Anche a distanza di oltre 48 ore dalla tragedia, per tutti in paese è impossibile credere che la 57enne casalinga sia stata capace di un gesto così efferato e letale. Molto religiosa, frequentava assiduamente la parrocchia di Nuvolento. Nemmeno l'ex parroco, Don Severino Maffezzoni, si era accorto delle ombre che si celavano dietro al sorriso di Ragnoli.

"Una brava mamma: portava sempre il suo ragazzo a messa e cantava nel coro delle famiglie. Non avrei mai pensato potesse accadere un fattaccio simile", ci racconta al telefono.

"La conoscevo bene e non l'ho mai sentita lamentarsi del marito. Anche i suoi figli frequentavano spesso la parrocchia: entrambi sono bravissimi ragazzi. Tengo a sottolineare che manco da Nuvolento da un anno e mezzo: un lasso di tempo in cui possono essere accadute tante cose. Adesso è il momento del silenzio e delle preghiere per lei e per il marito defunto", conclude il sacerdote prima di chiudere frettolosamente la telefonata.


 

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