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Scuola Via Luigi Bazoli

Sport e scuola: "Donnarumma ha sbagliato, quell'esame doveva farlo"

Intervista a Giorgio Lamberti, l'ultima grande icona del nuoto bresciano

Certo non bisogna cominciare dal liceo: “Quando un ragazzo va alle superiori ha già maturato la sua mentalità, ha già capito (più o meno) quello che vuole fare, dove può e dove non può arrivare. Ma lo sport dovrebbe accompagnare i nostri figli almeno fin dai primi anni di scuola. E qui entrano in gioco i genitori. Tutto ha un’origine: tutto comincia da come la famiglia progetta il futuro dei propri figli, da quanto tempo decide di dedicare a loro piuttosto che chiuderli in camera, o addormentarli davanti alla televisione o allo smartphone. Oggi è più difficile, ci sono ostacoli nuovi. E allora pensiamola così: avvicinare i piccoli allo sport significa responsabilizzarli, abituarli al sacrificio, al rispetto delle regole, a comprendere cosa significa vincere e cosa significa perdere”.

Tutto comincia da casa, ma non solo: “Con lo sport ci diverte, s’impara. Ma soprattutto con lo sport si sta bene. E una società civile che investe in attività motoria prepara le nuove generazioni ad avere meno patologie. Non c’è tempo da perdere: in Italia abbiamo il triste record di obesità infantile, siamo i peggiori d’Europa”. Ma a volte è pure un problema culturale. “Penso al caso Donnarumma. Secondo me è stata una cosa mortificante, un ragazzo che è già una star che decide di andarsene in vacanza a 48 ore dagli esami. Questo è mancare di rispetto, e non solo ai suoi genitori ma a una generazione intera. Quando è successo, e quando i miei figli mi hanno chiesto di parlarne, da papà mi sono sentito mortificato. Hai 18 anni, ma sei già un esempio. E il peso di ogni tua scelta porta con sé un messaggio importantissimo. Sei piccolo, ma sei già grande: hai una responsabilità. Secondo me ha perso un’occasione, perché quella responsabilità vale più di tutti i milioni del mondo. E’ grazie a quella responsabilità che puoi diventare immortale. Li ho vissuti anch’io, quei momenti: la scuola, le gare, nel 1988 c'erano le olimpiadi. Non dico di essere stato migliore di nessuno, assolutamente. Ma Donnarumma facendo così ha sprecato una grande occasione”.

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