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Salute

Coronavirus: anche i medici di base potranno richiedere il tampone

Le novità del nuovo Piano operativo anti-Covid approvato dalla giunta regionale: anche medici e pediatri potranno richiedere il tampone per i casi sospetti o sintomatici

A partire da settembre anche i medici di base e i pediatri di famiglia potranno prenotare direttamente il tampone in ambito extra-ospedaliero: è questa una delle “novità importanti” annunciate dall'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera “in relazione agli aspetti di sorveglianza epidemiologica, al monitoraggio e alla tempestiva presa in carico dei casi positivi al fine di contrastare la diffusione del Covid-19”.

La notizia del nuovo “Piano operativo” - approvato dalla Giunta regionale - arriva nei giorni “caldi” del focolaio di Rodigo, nel Mantovano, con 97 casi accertati di positività al coronavirus tra cui 5 persone residenti in provincia di Brescia: il nuovo Piano di fatto è la fase finale delle “azioni anti-Covid programmate e messe in atto da Regione Lombardia in questi giorni, elaborate a seguito di un approfondito confronto con i rappresentanti degli Ordini dei medici e degli infermieri, dei sindacati confederali, di Anci, con il Comitato tecnico-scientifico e le direzioni strategiche delle Asst e Ats”.

Come funziona il “Protocollo anti-Covid”

L'attivazione del sistema di monitoraggio avviene attraverso: i datori di lavoro, con la misurazione della temperatura quotidiana dei dipendenti e la successiva segnalazione ai medici di riferimento; il sistema della medicina territoriale (medici di medicina generale, pediatri, medici di continuità assistenziale ovvero l'ex guardia medica) a seguito del riscontro/segnalazione di sintomatologia sospetta da parte dei cittadini/assistiti. 

Tamponi richiesti da medici e pediatri

“Punto cardine della diagnosi è l'esecuzione dei tamponi, che avviene entro 48 ore dalla segnalazione, per la conferma di un caso - aggiunge Gallera - mentre il contact tracing è l'attività che sta alla base del contenimento dei casi secondari. Il tampone in ambito extra ospedaliero a partire da settembre verrà prenotato direttamente da parte di medici di famiglia e di continuità assistenziale, pediatri, medici Usca, medici competenti, medici delle strutture sociosanitarie residenziali, contestualmente alla segnalazione del caso sull'apposito cruscotto informativo”.

I tamponi sono effettuati:

  • per diagnosi 
  • soggetto segnalato come caso sospetto 
  • contatto di caso individuato a seguito di inchiesta epidemiologica con particolare attenzione ai contatti stretti 
  • per accertare la guarigione di caso (doppio tampone negativo a distanza di 24 ore) 
  • per screening

Proseguono le attività di screening

Proseguiranno anche le programmazioni di screening preventivi (con tampone nasofaringeo) ai lavoratori impiegati in diversi settori:

  • nei comparti agricolo, alberghiero/ricettivo e della ristorazione in prevalenza stagionali, anche tenuto conto delle condizioni abitative temporanee con elevata promiscuità sociale,  
  • nei poli logistici di distribuzione, stante l'elevata esposizione in territori con diversi profili di rischio epidemiologico;
  • nel trasporto pubblico; 
  • al personale che assiste al domicilio soggetti anziani/fragili (badanti);
  • a lavoratori per i quali la Ats rileva contestualmente situazioni di rischio nell'ambito lavorativo e condizioni abitative temporanee con elevata promiscuità sociale;
  • al personale sanitario anche convenzionato e socio sanitario come da precedenti indicazioni.

Viene inoltre prevista l'effettuazione di tampone nasofaringeo entro la fine della quarantena a cittadini di rientro da nazioni per le quali vige l'obbligo di quarantena all'arrivo in Italia. 

Isolamento per bloccare il contagio

“L'isolamento dei casi sospetti e successivamente accertati – continua l'assessore Gallera – nonché dei contatti di caso costituisce l'intervento più importante per il controllo dell'insorgenza di casi secondari e quindi di cluster. A fronte delle segnalazioni che pervengono dai diversi soggetti coinvolti, sia dell'area sociale che dell'area sanitaria di inadeguatezza domiciliare delle condizioni necessarie a realizzare il corretto isolamento, l'Ats all'occorrenza ne dispone l'effettuazione presso una struttura dedicata”.

In estrema sintesi, si prevedono due tipologie di strutture: 

  • Strutture alberghiere o simili destinate a soggetti asintomatici o paucisintomatici, autonomi che non hanno condizioni abitative idonee o vivono in comunità, nelle quali è necessario un presidio di sorveglianza sanitaria di base, che non comporta la presenza continuativa medica o infermieristica; 
  • Strutture residenziali che permettano di assistere pazienti dimessi dall'ospedale o che comunque non possano effettuare l'isolamento domiciliare in condizioni di sicurezza.

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