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Anche a Brescia si torna a morire di Covid: un decesso dopo un mese

Ultimo aggiornamento sulla situazione epidemiologica in Lombardia e in provincia di Brescia

Un morto per coronavirus dopo un mese: aveva 91 anni e abitava a Nave. L'isola felice bresciana si è simbolicamente spezzata, ma non è ancora il tempo di preoccuparsi. Certo la variante Delta picchia duro: anche in provincia di Brescia la media settimanale dei contagi è quasi triplicata in una decina di giorni, dai 51 contagi in sette giorni del 7 luglio scorso ai 134 del 16. E' come un salto indietro di quasi un mese: non erano così tanti (148 in sette giorni) dal 22 giugno scorso.

I grafici a fondo pagina potrebbero ingannare a un primo sguardo: vero che le variazioni percentuali non sono mai state così elevate (+39,1% sui sette giorni è il picco dell'11 luglio) ma è altrettanto vero che i numeri erano così bassi (siamo arrivati a una media di 7 contagi al giorno, il 7 e l'8 luglio) che basta davvero poco per far impennare la curva. Nelle ultime 24 ore, comunque, 20 contagi totali; sono 134 in sette giorni con una media di 19 nuovi casi al giorno.

Il "peso" della variante Delta

L'impennata della curva (dovuta probabilmente alla variante Delta, che ora vale circa il 50% dei nuovi positivi) c'è anche in tutta la Lombardia, dove i contagi settimanali sono quasi triplicati: erano 777 l'1 luglio scorso, sono 1.991 il 16. Non erano così tanti da oltre un mese, dal 12 giugno. Per la cronaca, sono 399 i nuovi positivi in 24 ore, 1.911 in sette giorni, 284 al giorno di media. Le ospedalizzazioni per coronavirus: è questo l'indicatore più importante, ad oggi, da tenere monitorato.

La situazione negli ospedali

In Lombardia, per ora, la situazione è stabile: 173 i ricoverati totali al 16 luglio, di cui 30 in gravi condizioni in terapia intensiva; erano 164 il 12 luglio, di cui 36 in terapia intensiva. Tutto sotto controllo anche in provincia di Brescia: al Civile sono 26 i pazienti Covid ricoverati, di cui 3 in terapia intensiva. Ma s'ingrossa l'elenco degli ospedali Covid-free, ovvero dove non è presente nessun paziente positivo al coronavirus: tra i presidi più grandi sicuramente Gavardo, Manerbio, la Poliambulanza e adesso anche l'ospedale di Esine.

Il rischio zona gialla

Con la crescita dei contagi, in tutta Italia è contestualmente tornata a crescere sia l'incidenza (ovvero il numero dei positivi ogni 100mila abitanti in sette giorni) che l'incide Rt, ora a quota 0,91 in Lombardia e con sei tra regioni e province autonome già sopra l'1 (in Abruzzo l'Rt è già pari a 1,21). Vero è che con l'attuale sistema a "colori" ci sarebbero già delle regioni a rischio zona gialla, da qui alle prossime settimane. Ma non si esclude un ragionamento per "alleggerire" il ruolo dei nuovi positivi tra gli indicatori che potrebbero portare a un aumento o una diminuzione delle restrizioni. Nei mesi precedenti, tra seconda e terza ondata, a ogni 100 nuovi positivi corrispondevano una decina di ospedalizzazioni e tra queste un ricovero in terapia intensiva. Oggi ovviamente non è più così. Si vedrà.

I valori Rt di regioni e provincie autonome

- Abruzzo 1.21; 
- Basilicata 0.92; 
- Calabria 0.96; 
- Campania 1.12; 
- Emilia Romagna 0.87; 
- Friuli Venezia Giulia 0.93; 
- Lazio 0.81;
- Liguria 1.12; 
- Lombardia 0.94; 
- Marche 0.92; 
- Molise 0;
- Piemonte 0.99; 
- Provincia Autonoma Bolzano 1.18;
- Provincia Autonoma Trento 0.97; 
- Puglia 0.68; 
- Sardegna 1.12; 
- Sicilia 0.95;
- Toscana 0.91; 
- Umbria 0.96; 
- Valle d'Aosta 0.82; 
- Veneto 1.17.

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