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Zone gialle, arancioni e rosse, cosa succede il 6 dicembre: c'è attesa per la Lombardia

La nostra regione cambierà sicuramente colore nel mese di dicembre, ma pare molto difficile che il passaggio ad un'area di rischio inferiore avvenga prima del ponte dell'Immacolata.

Niente da fare, almeno per ora: salvo improvvisi cambi di rotta la Lombardia resterà arancione, almeno per un'altra settimana. Anche qualora il report dell'Iss, che uscirà venerdì 4 dicembre, fotografasse un miglioramento netto della situazione epidemiologica della nostra regione, il passaggio ad un'area di rischio minore non potrà avvenire subito. Le norme varate per la suddivisione dell'Italia in zone di rischio, che dovrebbero essere mantenute anche dal nuovo Dpcm in corso di approvazione, prevedono infatti che per fare il 'salto' debbano passare almeno 14 giorni e la Lombardia è in fascia arancione solo dal 29 novembre. 

Almeno fino al prossimo 11 dicembre nella nostra regione non dovrebbero quindi esserci cambi cromatici. Limitati, quindi, anche gli spostamenti: restano proibiti quelli fuori dal proprio Comune, salvo che per motivi di lavoro, necessità e urgenza. A conti fatti, in Lombardia si godrà di una certa libertà di movimento solo per una decina di giorni: il 21 dicembre, infatti, scatteranno le nuove restrizioni previste dal decreto legge n. 182 varato durante la notte di mercoledì dal governo e saranno vietati gli spostamenti tra regioni come pure quelli tra i Comuni nei giorni di festa. 

Durante il ponte dell'Immacolata non si potrà quindi spostarsi fuori dal proprio Comune, bar e ristoranti resteranno chiusi ma si potrà fare shopping: restano infatti aperti tutti i negozi, tranne quelli di beni non essenziali che si trovano nei centri commerciali, nel weekend. Vietato anche trascorrere due giorni sulla neve: restano chiusi gli impianti da sci, che secondo quanto stabilito dal governo potrebbero riaprire solo dal 7 gennaio in poi.

La speranza, residua a marginale, è che il prossimo Dpcm cambi la regola dei 14 giorni. Altrimenti non ci sarà nulla da fare. "Per quanto mi riguarda, mi sono limitato a contestare il fatto che per stabilire lo scenario dell’epidemia siano stati utilizzati dati vecchi, superati, e questo rende poi difficile spiegare ai cittadini la relazione tra i loro sacrifici e i risultati raggiunti. Ma voglio anche dire che sebbene siano emerse a volte visioni e sensibilità diverse, la dialettica istituzionale ha prodotto i suoi risultati. Il contributo delle Regioni c’è stato eccome. Certo, se cambiamo i parametri in corsa allora c’è da rimanere perplessi", ha detto il presidente Attilio Fontana.

Chi cambierà colore 

Da domenica 6 dicembre le Marche potrebbero tornare zona gialla, così come la Basilicata, la Calabria, l'Emilia-Romagna, il Friuli-Venezia Giulia, la Puglia e l'Umbria. In bilico c'è la Toscana che punta all'arancione ma è fuori per i tempi, come la Lombardia e il Piemonte, anche se il presidente Eugenio Giani sta tentando in tutti i modi di farla rientrare nel computo delle regioni "liberate", così come l'Alto Adige. Il pronostico è contenuto in un articolo del Corriere della Sera che fa il punto sulle zone rosse, arancioni e gialle in attesa del report dell'Istituto Superiore di Sanità in base al quale, venerdì 4 dicembre il ministero della Salute emanerà le nuove ordinanze che faranno cambiare colore alle regioni. 

Anche la Campania confida in una riduzione delle restrizioni visto che nel territorio si consolida il calo della curva di incremento dei positivi, e soprattutto la riduzione dei posti letto occupati sia in terapia intensiva che nelle degenze Covid ordinarie, mentre ieri il rapporto tra nuovi casi e tamponi è sceso in modo significativo, al 9,3%, inferiore alla media nazionale (10%) con 1.842 test positivi su 19.759 processati. 

Per ora però la regione di Vincenzo De Luca non risulta tra le papabili; Basilicata e Marche invece sì: nei giorni scorsi il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri si era complimentato con il governatore Vito Bardi per la gestione regionale dell'emergenza, mentre venerdì scorso era toccato al ministro della Salute, Roberto Speranza, parlare con il presidente Francesco Acquaroli: il Corriere ricorda che le Marche stanno per seguire le orme dell’Alto Adige con un progetto di screening di massa rivolto alla popolazione da realizzare nelle prossime settimane. Proprio la regione ha registrato ieri un sensibile calo di ricoveri per Covid-19 : i pazienti passano da 672 a 650 (-22) anche aumentano quelli in Semintensiva (da 145 a 153, +8) in una giornata in cui sono state anche dimesse 42 persone. Intanto si sono registrati altri 421 positivi e nove decessi che fanno salire il bilancio a 1.289 ma l'indice di contagio Rt è in calo. 

Fonte: Today.it

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