"Mamma ho preso il Coronavirus. Abbiamo pianto, insieme": il racconto di Laura
Dirigente di Ats e docente universitaria, la testimonianza di Laura Rubagotti, operatrice sanitaria in isolamento domiciliare per 42 giorni
“Mamma ho preso il Coronavirus. E poi abbiamo pianto, insieme”. E’ solo una piccola parte della toccante testimonianza di Laura Rubagotti, 50 anni, dirigente dell’Ats Valpadana e docente all’Università degli Studi di Brescia: anche lei vittima, come tanti operatori sanitari, della furia del Covid-19.
Non c’è stato bisogno del ricovero in ospedale, ha fatto sapere alla Gazzetta di Mantova, ma dal 10 marzo è rimasta in casa in isolamento, per 42 giorni, come da disposizioni. Da pochi giorni è tornata al lavoro: “Non ho esitato - racconta - per dare il cambio ai miei colleghi sfiniti, per rimettermi a disposizione della comunità”.
Il ricordo di quei giorni difficili
La mente torna ai ricordi dei primi giorni dell’emergenza sanitaria, dal 21 febbraio in poi, quando i telefoni continuavano a squillare, “la gente stava male in casa e non sapeva cosa fare e a chi rivolgersi”. Si lavorava anche più di 12 ore al giorno, dice ancora Rubagotti: finché non è arrivato quel giorno in cui la stanchezza era più forte del solito. Era il Coronavirus.
Il sospetto è stato confermato dal tampone, poi è cominciato l’isolamento domiciliare. Sono tanti i colleghi che risulteranno positivi. I giorni passano lenti, la paura è tanta: ma non mancano la solidarietà, le videochiamate, i messaggi e gli auguri di una pronta guarigione. Così è stato, per fortuna.
L'appello a rispettare le regole
Adesso è online un video in cui la dirigente lancia un appello: “Dobbiamo lottare tutti insieme contro questo maledetto virus, e per farlo dobbiamo attenerci alle misure di prevenzione. Solo adesso ricominciamo a vivere, ma a vivere in un modo diverso”.
Il peggio ora è passato, ma il ricordo di quei giorni non se ne andrà mai. “Ho vissuto in prima persona la paura, la disperazione e la solitudine - chiosa Rubagotti - Anch’io ho perso persone care, anch’io ho avuto paura di portare a casa il virus”.