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Venerdì, 26 Aprile 2024
Salute

Che cos'è il vaiolo delle scimmie: i sintomi e come si trasmette

Il vademecum del Ministero della Salute

Il primo caso bresciano di vaiolo delle scimmie accende i riflettori sull'infezione che dall'inizio di maggio è stata rilevata in Europa, e dal 20 maggio anche in Italia. Ma di cosa stiamo parlando? C'è davvero da preoccuparsi? In tal senso ci viene in aiuto il Ministero della Salute, che ha dedicato una sezione ad hoc nel portale delle malattie infettive. Il primo caso italiano, dicevamo, è stato segnalato il 20 maggio, in un uomo che ha richiesto l'ospedalizzazione: ad oggi sono 11 i lombardi contagiati dal vaiolo delle scimmie (noto anche come monkeypox o Mpx), di cui cinque nel territorio di Ats Milano, tre in Brianza, uno a Brescia, nel Pavese e nell'Ats Val Padana (Cremona e Mantova).

I sintomi del vaiolo delle scimmie

I sintomi del vaiolo delle scimmie comprendono, di solito, febbre, mal di testa, dolori muscoli, mal di schiena e astenia (stato di debolezza generale). I segni più frequenti: linfonodi ingrossati ed eruzioni o lesioni cutanee. Queste ultime di solito iniziano entro tre giorni dalla comparsa della febbre. Le lesioni possono essere piatte o leggermente rialzate, piene di liquido limpido o giallastro, e possono formare delle croste. Le eruzioni cutanee tendono a concentrasi sul viso, sul palmo delle mani e sulla pianta dei piani: ma possono essere riscontrare sulle bocca, sugli occhi e nella zona perigenitale.

Come si trasmette il vaiolo delle scimmie

I sintomi in genere durano da due a quattro settimane e scompaiono da soli, senza trattamento. Il virus si trasmette attraverso un contatto stretto con un caso sintomatico: l'eruzione cutanea, i fluidi corporei e le croste sono particolarmente infettivi. In tal senso, ulcere, lesioni o piaghe della bocca possono essere infettive: il virus può così diffondersi attraverso la salita o attraverso i celebri droplets (le goccioline respiratorie divenute famose con il Covid) in caso di contatto faccia a faccia. I soggetti a rischio: operatori sanitari, i membri della stessa famiglia e i contatti stretti dei casi confermati. 

Il vaiolo delle scimmie può essere trasmesso anche con il contatto diretto tra le lesioni durante le attività sessuali. Anche indumenti, lenzuola, asciugamani o stoviglie contaminate dal virus di una persona infetta possono contagiare altre persone.

Diagnosi e isolamento

Al fine di proteggere se stessi e gli altri, il Ministero della Salute il 25 maggio ha pubblicato una circolare: si prevede che i casi confermati o anche solo sospetti di Mpx si mettano in isolamento. Allo stesso tempo, chiunque abbia sintomi riferibili al vaiolo delle scimmie deve contattare immediatamente il proprio medico. La diagnosi clinica che deve essere considerate include altre malattie da eruzione cutanea come la varicella, il morbillo, le infezioni batteriche della palle, la scabbia, la sifilide e le allergie associate ai farmaci. 

La linfoadenopatia (ingrossamento dei linfonodi) può essere una caratteristica clinica per distinguere il vaiolo delle scimmie dalla varicella o dal vaiolo “umano”, soprattutto nella fase prodromica della malattia e in particolare nella regione cervicale o inguinale. La conferma del vaiolo di scimmie dipende dal tipo e dalla qualità del campione e dal tipo di test di laboratorio: il test Pcr (reazione a catena della polimerasi) è in assoluto il più attendibile.

Cos'è il vaiolo delle scimmie

Il vaiolo delle scimmie (Monkeypox, Mpx) è una zoonosi virale (il virus è trasmesso all'uomo dagli animali) con sintomi simili a quelli osservati in passato nei pazienti con vaiolo, sebbene clinicamente sia meno grave. Il vaiolo, infatti, si trasmetteva più facilmente ed era più letale poiché circa il 30% dei pazienti decedeva. Con l'eradicazione del vaiolo nel 1980 e la successiva cessazione della vaccinazione, il vaiolo delle scimmie è emerso come il più importante orthopoxvirus per la salute pubblica. Per la maggior parte delle persone, comunque, l'Mpx è una malattia lieve-moderata e autolimitante.

Il vaiolo delle scimmie si trova principalmente nell'Africa centrale e occidentale, spesso in prossimità delle foreste pluviali tropicali, ed è apparso sempre più nelle aree urbane. Gli ospiti animali includono una serie di roditori e primati non umani.L'agente patogeno (MPXV) è un virus a DNA a doppio filamento avvolto, che appartiene al genere Orthopoxvirus della famiglia Poxviridae. Esistono due distinti clade genetici del virus del vaiolo delle scimmie: il clade dell'Africa centrale (bacino del Congo) e il clade dell'Africa occidentale.

La storia del vaiolo delle scimmie

Il vaiolo delle scimmie umano è stato identificato per la prima volta negli esseri umani nel 1970 nella Repubblica Democratica del Congo, in un bambino di 9 anni in una regione in cui il vaiolo era stato eliminato nel 1968. Da allora, la maggior parte dei casi è stata segnalata dalle regioni rurali della foresta pluviale del bacino del Congo; in particolare nella Repubblica Democratica del Congo, sono stati segnalati casi umani sempre più numerosi in tutta l'Africa centrale e occidentale.

Dal 1970 sono stati segnalati casi umani di Mpx in 11 paesi africani: Benin, Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Costa d'Avorio, Liberia, Nigeria, Repubblica del Congo, Sierra Leone e Sud Sudan. Nel 1996-97 è stato segnalato un focolaio nella Repubblica Democratica del Congo con un tasso di letalità dei casi più basso e un tasso di attacco più elevato del solito. In questo evento è stato riscontrato un concomitante focolaio di varicella (causata dal virus della varicella, che non è un orthopoxvirus) e di vaiolo delle scimmie, che potrebbe spiegare cambiamenti reali o apparenti nella dinamica di trasmissione. Dal 2017, la Nigeria ha subito un'ampia epidemia, con oltre 500 casi sospetti e oltre 200 casi confermati e un tasso di letalità di circa il 3%.

Il primo focolaio di Mpx al di fuori dell'Africa si è verificato negli Stati Uniti nel 2003. In seguito è stato segnalato, dal 2018 ad oggi, anche in Israele, nel Regno Unito, a Singapore e ancora negli Stati Uniti. Fino ai casi rilevati in queste ultime settimane, anche in Italia.

Esistono delle vaccinazioni?

Le persone vaccinate in passato contro il vaiolo potrebbero avere una certa protezione anche contro il vaiolo delle scimmie. E' difficile però che le persone di età inferiore ai 40-50 anni siano state vaccinate, poiché la vaccinazione contro il vaiolo è terminata nel 1980, quando il vaiolo è stato definitivamente eradicato. La prova di una precedente vaccinazione può essere solitamente individuata con una cicatrice sulla parte superiore del braccio. Al momento, i vaccini contro il vaiolo “originali” (di prima generazione) non sono più disponibili (è la dura legge del mercato).

Personale di laboratorio o operatori sanitari potrebbero aver ricevuto un vaccino contro il vaiolo più recentemente per proteggerli in caso di esposizione agli orthopoxvirus sul posto di lavoro. Un vaccino ancora più recente basato su un virus attenuato modificato (ceppo di Ankara) è stato approvato per la prevenzione del vaiolo delle scimmie nel 2019. La sua disponibilità è però limitata.

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