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Palladio Gardesano: un premio a Michele Vescia, il maestro del vino bresciano

La cerimonia della Confraternita del Groppello

In labore fructus et in triclinio laetitia: a Michele Vescia il Palladio Gardesano edizione 2023. Il maestro del vino bresciano è stato premiato al Grand Hotel di Gardone Riviera dalla Confraternita del Groppello, il sodalizio con sede a Puegnago che dal 1970 si occupa di valorizzare il territorio della Valtenesi e di celebrare il suo vitigno autoctono, appunto il Groppello: dal 2014 ha istituito il Palladio Gardesano, occasione per riconoscere le personalità e gli enti più importanti per il territorio del Garda bresciano.

A suggerire il nome dell’evento e del suo premio, in chiave dannunziana, fu il giornalista Attilio Mazza (tra i fondatori della Confraternita). Anticamente il Palladio era una riproduzione lignea dell’immagine sacra di Pallade Atena, venerata da Troiani e Greci per la difesa delle proprie città. Gabriele d’Annunzio utilizzò il termine in un articolo intitolato “Il palladio del Garda”: il poeta paragona alla celebre offerta votiva il dono della dimora del Serraglio di Maderno. In accezione moderna, il Palladio consegna al vincitore il titolo di “Difensore del Garda”.

Chi è Michele Vescia

Queste le motivazioni: “La Confraternita premia Michele Vescia per aver seguito con passione e professionalità la nascita e lo sviluppo dell’enologia e della viticoltura bresciana, dagli anni ’60 ad oggi, per aver valorizzato la nostra viticoltura e in particolare il Groppello, per aver promosso le produzioni enologiche delle sponde bresciane del Garda”. Classe 1933, Vescia ha compiuto 90 anni il 16 agosto: cresciuto in una famiglia che da generazioni si occupava del commercio vinicolo, dopo la laurea in Scienze agrarie a Piacenza si specializza in Viticoltura ed enologia a Torino. A lui si deve la nascita e lo sviluppo di alcuni dei più grandi consorzi di tutela nostrani (e italiani): Franciacorta, Lugana, Riviera del Garda, Cellatica, San Martino della Battaglia e Capriano del Colle.

La sua nomina è stata unanime, al termine di appassionate consultazioni della giuria composta tra gli altri da Claudio Piergentili (presidente della Confraternita), Silvano Zanelli (sindaco di Puegnago), Massimo Ghidelli (presidente del Consorzio Garda Lombardia), Marina Brunner (delegata Slowfood), Giuseppe Pasini (presidente Feralpi), Paolo Pasini (presidente Consorzio Valtenesi), Fabrizio Segala (presidente associazione Avvocati Salò Calcio onlus), i giornalisti Germano Bana, Simone Bottura e Alessandro Gatta.

Il Palladio Gardesano

A Michele Vescia, al Grand Hotel di Gardone, è stato consegnato anche un premio fisico: è un’opera di Anita Treccani, selezionata tra le numerose opere presenti alla mostra “Nodi”, organizzata lo scorso anno a Villa Galnica di Puegnago, curata da Anna Piergentili per l’Ucai di Brescia, l’Unione cattolica artisti italiani. L’opera, intitolata “Dafne”, raffigura la ninfa greca nel momento della metamorfosi: nel mito di Ovidio si trasformava in alloro, stavolta invece in una vite di vino Groppello. Circa un centinaio i partecipanti alla gustosa serata: standing ovation per Michele Vescia. 

Per gli appassionati: il Palladio Gardesano è stato consegnato nel 2014 ad Attilio Camozzi, nel 2015 a Mattia Vezzola, nel 2016 a Franco Piavoli, nel 2017 a Giordano Bruno Guerri, nel 2018 a Giuseppe Pasini, nel 2019 a Chicco Risatti, nel 2021 all’ospedale di Gavardo (simbolo della lotta alla pandemia di Covid), lo scorso anno a Tullio Ferro.

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