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Una bomba atomica sganciata su Brescia? 105mila morti e 81mila feriti

Lo scenario apocalittico previsto da Senzatomica

Fallout nucleare dei giorni nostri: se la bomba Little Boy – quella di Hiroshima, da 15 kilotoni – fosse sganciata oggi su Piazza della Loggia provocherebbe all’istante una palla di fuoco da 180 metri di raggio, al cui passaggio non resterebbe più nulla, 339 metri di danni gravi da calore, radiazioni per 1,2 km, almeno 46.390 vittime e 55.880 feriti. Peggio ancora se la bomba sganciata fosse una W-76, di quelle che abbiamo sotto casa, a decine tra le basi militari di Ghedi e Aviano: palla di fuoco da 385 metri, danni gravi per 840 metri, radiazioni mortali per oltre un chilometro e mezzo, 105.310 vittime e 81.100 feriti. 

A Brescia la mostra "Senzatomica"

Basta questo per rimanere storditi, frastornati: in preda ad un improvviso sconforto a cui segue però una rapida consapevolezza. Non può essere questo il futuro, non deve esserlo di nuovo: è il messaggio (fortissimo) di “Senzatomica”, sottotitolo “Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari”, la mostra inaugurata a Brescia in occasione del Festival del Pace, allestita nell’ex Cavallerizza di Via Cairoli fino al prossimo 14 gennaio, aperta tutti i giorni dalle 9.30 alle 17.30, chiusura estesa fino alle 20 il venerdì e il sabato (ingresso gratuito). 

La mostra, a cura del Comitato Senzatomica e realizzata grazie ai fondi dell’8x1000 dell’Istituto buddista italiano Soka Gakkai, parte del più grande movimento buddista laico al mondo, è un’esposizione itinerante che farà tappa in diverse città italiane: non a caso si è scelto di partire da Brescia, guanto di sfida alle decine di atomiche che giacciono a una manciata di km di distanza, nell’aerobase di Ghedi

"Ci battiamo per un mondo libero"

“Senzatomica è la riedizione di una prima mostra che ebbe già grande successo nel 2011, allestita in 70 diverse città e con 365mila visitatori – spiega Michela Pasi, vicepresidente del Comitato Senzatomica –: in questi giorni, in una sua versione compact, sarà esposta anche a New York, nel palazzo delle Nazioni Unite”. Il percorso della mostra si articola partendo dai principi espressi dal Tpnw, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari: approvato dall’assemblea generale dell’Onu nel 2017, è entrato in vigore il 22 gennaio del 2021. Ma non è ancora stato ratificato né dall’Italia né dai grandi detentori di bombe atomiche nel mondo come Stati Uniti, Russia e Cina.

 “Ci battiamo per un mondo libero dalle armi nucleari – continua Michela Pasi – con progetti e iniziative che mettono al centro le persone, le coinvolgono in prima persona su un tema che può sembrare distante, e che invece ci riguarda tutti, ogni giorno”. Lo dicono i numeri, da film dell’orrore: 2.056 test nucleari nel mondo negli ultimi 70 anni e poco più, zone ancora off-limits come isole e atolli a Bikini e Mururoa, bambini nati con delle ossa fragili come il vetro a causa delle radiazioni per i test nei deserti del Nevada, più di 10mila armi nucleari detenute solo da Stati Uniti e Russia, 350 in Cina, 290 in Francia, 225 in Gran Bretagna, 165 in Pakistan, 160 in India, 90 in Israele, 20 in Nord Corea. 

Hiroshima, Nagasaki.. e Brescia

“Con Senzatomica – dice ancora Pasi – cerchiamo di instillare una nuova consapevolezza, coinvolgendo più persone possibili, anche i giovani e le scuole (prenotazioni a scuole.brescia@senzatomica.it, ndr). Far comprendere che il vero nemico è il pensiero che giustifica l’esistenza di queste armi di distruzione di massa, il pensiero che considera accettabile la distruzione dei propri simili. Disarmare il mondo è possibile: il primo passo è l’abolizione delle armi nucleari. La guerra non è un fenomeno umano, ma di questa società: si può scegliere da che parte stare e scrivere una nuova storia, affinché la storia che stiamo vivendo finisca, senza più armi e violenza”. 

La mostra è da non perdere, allestita grazie al contributo di oltre 100 volontari da tutta la Lombardia. Si compone di 5 diverse aree, con visita guidata: fotografie, manifesti e pannelli, immagini statiche e in movimento, visori di realtà virtuale (con la voce narrante di Carmen Consoli) per un’immersione totale nel passato e presente di Hiroshima e Nagasaki, le città flagellate dalle atomiche nella Seconda guerra mondiale. Nota curiosa: l’esposizione si conclude con il Tunnel dell’intenzione, una sorta di microfono aperto in cui ciascun visitatore può esprimere il proprio impegno o determinazione. “Contro la guerra, rivoluzione”, è solo una delle tante voci di passaggio ascoltate il giorno dell’inaugurazione.

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