rotate-mobile
Politica Pontoglio

“Come ti chiami”, ma non sa rispondere: il sindaco le nega la cittadinanza

Non è la prima volta, non sarà l’ultima

Non è la prima volta, probabilmente non sarà l’ultima: il sindaco di Pontoglio Alessandro Pozzi ha negato la cittadinanza a una donna marocchina, in Italia dal 2003, che avrebbe dimostrato, scrive il primo cittadino, “non solo di non possedere il livello minimo di conoscenza della lingua italiana ma, ancor più preoccupante, durante la cerimonia ha mostrato difficoltà nel capire la richiesta di pronunciare il giuramento richiesto dalla normativa”. La dichiarazione in questione è “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservare la Costituzione e le leggi dello Stato”: in questo caso ha funzionato come la goccia che ha fatto traboccare il vaso della cittadinanza (negata).

Le motivazioni del sindaco

In Italia dal 2003, la donna avrebbe avanzato richiesta di cittadinanza 15 anni fa: “La sua incapacità di comprendere e parlare la lingua italiana, nemmeno quella base - continua il sindaco -, rispondendo a un semplice Come ti chiami, dopo oltre 20 anni, solleva non solo legittime preoccupazioni pratiche ma anche interrogativi più ampi sulle barriere che potrebbero esistere nel processo di integrazione, sia a livello familiare che sociale. È preoccupante pensare che una donna possa trascorrere così tanto tempo in Italia senza acquisire una conoscenza minima della lingua del Paese ospitante: ciò solleva dubbi sulla reale inclusione nel corso di questi anni”.

Cittadinanza negata

Tra i tanti elementi che hanno convinto il primo cittadino a negarle la cittadinanza, anche il fatto che la signora non avrebbe mai partecipato a corsi di alfabetizzazione, nemmeno i più recenti proposti dal Cpia di Chiari nel 2022/2023. “A coloro che si sono iscritti ai corsi, desidero esprimere la mia gratitudine - chiosa Alessandro Pozzi -: siete voi che incarnate il desiderio di integrarvi e di essere parte attiva della nostra comunità. Un grazie a coloro che veramente desiderano abbracciare la nostra cultura e che utilizzano gli strumenti messi a disposizione dalle istituzioni. La negazione della cittadinanza è stato un gesto doveroso, di rispetto verso i cittadini di origine straniera che sono diventati italiani e si sono integrati nella nostra comunità”. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

“Come ti chiami”, ma non sa rispondere: il sindaco le nega la cittadinanza

BresciaToday è in caricamento