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Così rubavano nelle gioiellerie di Brescia: sgominata la banda

Tre persone in carcere in stato di fermo e 7 indagati

L'incubo è finito, sgominata la banda: due le rapine già concluse, una terza già in programma. Ulteriori dettagli sull'operazione verranno svelati nella giornata di giovedì: ma quello che conta è che i Carabinieri del comando provinciale e la Polizia di Stato (Questura di Brescia) hanno eseguito nelle scorse ore un decreto di fermo indiziario di delitto, emesso dalla Procura a carico di tre uomini ritenuti presunti responsabili (in concorso fra loro) delle rapine andate a segno il 10 gennaio al compro oro “Oro in Euro” di Via Orzinuovi e il 23 febbraio alla gioielleria “I gioielli di Rossana” di Via X Giornate, in entrambi i casi a Brescia.

I tre sono stati fermati a Mazzano e già trasferiti in carcere a disposizione della magistratura: contestualmente, sono state eseguite anche perquisizioni personali e locali disposte dall'autorità giudiziaria nei confronti di altre 7 persone, italiane e straniere ma tutte residenti in provincia di Brescia, indagate a vario titolo nel medesimo procedimento penale, in particolare per ricettazione. Tra loro anche una donna, indagata per concorso in rapina, che sarebbe entrata in azione sia in Via Orzinuovi che sotto i portici di Via X Giornate. 

Così rubavano nelle gioiellerie di Brescia

Quest'ultima, fingendosi una cliente, avrebbe preceduto i rapinatori aiutandoli a colpire, ad esempio tenendo loro aperta la porta blindata. Dei tre fermati, solo uno avrebbe agito in prima persona in entrambe le rapine. Le indagini, serrate, fin da subito avevano fatto ipotizzare che a colpire fosse una sola banda. Per il modus operandi e per la violenza: in Via Orzinuovi il titolare era stato preso a pugni e poi legato e imbavagliato insieme a una commessa; in gioielleria il figlio della proprietaria era stato colpito con il calcio di una pistola e poi anche con un martello (poi finito in ospedale con naso e zigomi fratturati). Armati di pistola, ma forse caricata a salve, e con il volto coperto da caschi integrali, si erano dati alla fuga a bordo di monopattini elettrici.

Gran parte delle loro mosse sono state riprese dalle telecamere di videosorveglianza, anche stavolta probabilmente decisive nella ricostruzione della vicenda. Le indagini di polizia e carabinieri hanno permesso infine di risalire alla filiera utilizzata per la ricettazione della refurtiva (da qui gli altri indagati): parte di essa è stata recuperata, nello specifico due orologi Rolex della rapina del 23 febbraio e monili in oro di grande valore, provento della rapina del 10 gennaio. Sarà tutto restituito ai legittimi proprietari.

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