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Cronaca Via Luigi Bazoli

La fuga e gli spari, parabrezza sfondato coi manganelli: "Arrenditi!"

E' finita contro un muro la folle fuga di un giovane latitante

Le ha provate tutte per sfuggire ai carabinieri, anche rischiando la vita: ha concluso la sua folle corsa schiantandosi contro il muro del centro sportivo San Filippo, ma nonostante i danni e le ferite ha tentato di scappare un'ultima volta. Per questo motivo i carabinieri sono stati costretti a sparare: hanno esploso almeno una decina di colpi alle gomme – nel parapiglia è rimasto ferito un militare, per fortuna in modo lieve: è stato medicato al pronto soccorso e subito dimesso – e poi sfondato finestrini, lunotto e parabrezza con i manganelli per estrarre con la forza il fuggitivo, intimandogli a gran voce di arrendersi.

Lo spericolato latitante è un ragazzo bresciano di appena 24 anni, residente a Gussago: su di lui pende un residuo pena di 3 anni e 6 mesi per rapina e lesioni. Era a bordo della sua Opel Corsa quando, intorno alle 13, è stato avvistato da una gazzella in territorio di Cellatica. I militari hanno allertato la centrale operativa, così che venisse predisposto un posto di blocco, e hanno continuato a seguirlo senza farsi notare.

Inseguimento e sparatoria nel Quartiere Sant'Anna

Folle fuga per le vie della città

Alla vista del blocco, il 24enne non ci ha pensato due volte: ha pigiato sull'acceleratore e con una prima pericolosissima manovra ha cambiato strada e si è dato alla fuga. Scene da film: è stato inseguito a sirene spiegate da Cellatica a Via Luigi Bazoli, passando per Via Chiusure, Via Milano e Via Valcamonica. La sua fuga, come detto, si è bruscamente interrotta al quartiere Sant'Anna, all'altezza del centro sportivo San Filippo.

E' qui che lungo una curva ha perso il controllo del mezzo e si è schiantato contro il muro. Con l'auto ormai sul marciapiede, e nonostante fosse accerchiato, ha provato il tutto per tutto ma senza riuscirci. Le sirene e gli spari hanno smorzato la quiete di un tranquillo pomeriggio di primavera. Estratto con la forza dall'auto, è stato ammanettato e trasferito al comando. Per lui, inevitabile, si sono aperte le porte del carcere di Brescia.

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