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Cronaca

Appalti truccati alla Mobilità, Gangi: «Non esiste nessun sistema»

Davanti al gip Enrico Ceravone, il funzionario comunale ha negato l'esistenza di un sistema di appalti truccati, sostenendo che, nell'assegnazione del progetto BresciaInfo, l'unico intento era quello di far risparmiare il Comune

Il funzionario dell'Assessorato alla Mobilità Giandomenico Gangi, fedelissimo del vicesindaco Rolfi, è stato sentito dal Gip Enrico Ceravone dopo l'arresto a seguito del suo rientro dagli Stati Uniti.

GANGI E MATISSE, ROLFI E ARCAI DOVREBBERO DIMETTERSI?

L'interrogatorio è durato due ore e mezza. Gangi ha dovuto spiegare i motivi dell'affidamento alla Siemens e alla Mizar del progetto BresciaInfo.

Secondo la sua versione, l'intento era quello di far risparmiare il Comune; inoltre, era un "passaggio obbligato per permetter ai due software per lo studio e la gestione del traffico di dialogare".

Nell'inchiesta denominata "Semaforo Rosso", Gangi è accusato di corruzione, turbativa d'asta e concussione.

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