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Salute

Arriva la primavera ma è allarme allergie: colpito il 40% dei bambini

L'allarme della Società italiana di Allergologia: quasi il 40% dei bambini (nei Paesi occidentali) soffre di allergie, stagionali e non

Con l'arrivo della primavera anche la natura si risveglia, i fiori tornano a sbocciare e tante altre amenità: ma contestualmente è il momento del ritorno delle allergie, per chi ne soffre. Pollini, graminacee, insomma chi più ne ha più ne metta: e non solo tra gli adulti, ma anche e soprattutto tra i bambini. La Società italiana di Allergologia e Immunologia pediatrica, infatti, sottolinea come la percentuale dei bambini allergici sfiora ormai il 40%, quasi uno su due.

Sintomi e manifestazioni delle allergie

Ma perché continua ad aumentare la quota di bambini allergici? Tra gli under 14 il dato, confermato, si attesta ormai tra il 30 e il 40% del totale. “Ciò significa che ci troviamo di fronte a un gran numero di malattie – spiega Gianluigi Marseglia, direttore della Clinica pediatrica dell'Università di Pavia e presidente della Siaip, la Società di Allergologia – in quanto le patologie allergiche hanno un'espressività clinica molto variegata. Per esempio, nel bambino i sintomi interessano principalmente la pelle: la prima manifestazione è la dermatite atopica”. Con il passare degli anni possono emergere anche altre manifestazioni: su tutte la rinite allergica, ma pure l'asma.

Che cos'è l'allergia (e il problema dell'inquinamento)

L'allergia, ricordiamo, è una condizione causata dall'ipersensibilità del sistema immunitario a sostanze presenti nell'ambiente che in realtà sono innocue. Di solito permane per tutta la vita, certo con diverse sintomatologie a manifestazioni. Ma di questo passo si rischia che in pochi anni circa una persona su due ne potrebbe essere affetta.

In tal senso, dice ancora Marseglia, “vanno considerati diversi fattori: il primo è rappresentato dalla predisposizione genetica, che però è modulata dall'ambiente”. In parole povere, se un individuo (anche se predisposto) vive in un ambiente in cui il contatto con sostanze estranee è scarso, il rischio che queste incidano sulla genetica è molto basso. “Ma se viceversa – continua Marseglia – il contatto con tali sostanze è elevato, il rischio aumenta. Quando parliamo di sostanze estranee non ci riferiamo esclusivamente agli allergeni, ma anche a situazioni indirette come l'inquinamento. Il rapporto tra genetica e inquinamento è molto importante, e spiega perché l'epidemia di malattie allergiche non ha il medesimo impatto nelle varie parti del mondo”.

In effetti, se nei Paesi occidentali si viaggia tra il 30 e il 50% di bambini allergici sotto i 14 anni, in altre aree (vedi l'Africa) le percentuali sono ben più basse. E la statistica funziona anche a livello locale: è più facile che sia allergico un bambino che dalla città si trasferisce in campagna, piuttosto che il contrario.

Farmaci intelligenti e anticorpi per curare le allergie

La domanda viene da sé: è possibile intercettare (e magari rallentare) la crescita esponenziale delle allergie nei bambini? “Grazie alla ricerca – continua Marseglia – stiamo cercando di capire come l'ambiente riesca a modulare la genetica. La comprensione di tali meccanismi sta consentendo di sviluppare farmaci per così dire intelligenti, che vanno a centrare con precisione il meccanismo che innesca la reazione allergica”.

Si parla, in questo caso, di medicina di precisione: “Oggi disponiamo di anticorpi monoclonali con cui siamo in grado di curare anche nei bambini le malattie allergiche più gravi, che provocano asma o dermatite atopica. Una seconda linea di ricerca, invece, mira a individuare i fattori che possono permetterci di identificare precocemente i soggetti a potenziale rischio di sviluppare forme severe, per una sorta di prevenzione ambientale”.

Le allergie al tempo del Covid

Anche in tempi di Covid le allergie possono diventare un problema. Quello che un tempo era un male di stagione, oppure una reazione allergiche, oggi può essere scambiata per un sintomo della terribile infezione che da oltre un anno sta spezzando il mondo. Ma lo sviluppo della tecnologia medica diventa un prezioso alleato. “Stiamo allestito dei sistemi di telemedicina – conclude Marsiglia – per la gestione a distanza dei bambini allergici. Per esempio, nel caso di un piccolo paziente asmatico possiamo chiedere a lui o ai genitori di eseguire le spirometrie, i cui risultati ci permettono di modulare la terapia”.

E ancora: “Un altro aspetto è rappresentato dalla realizzazione di un progetto di intelligenza artificiale con i big data. Ci permetterà di raccogliere i dati di migliaia di pazienti affetti da una malattia allergica: queste informazioni ci consentiranno di migliorare la gestione diagnostica e terapeutica dei singoli pazienti”.

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