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Brescia, Cellino in conferenza: “Chiedo scusa se ho sbagliato. Sogno un Brescia ai bresciani”

Il presidente delle Rondinelle ha parlato in conferenza stampa in occasione della presentazione del nuovo sponsor di maglia Dac

A distanza di oltre un anno, il presidente Massimo Cellino è tornato a parlare in conferenza stampa. L’occasione è stata la presentazione del nuovo sponsor di maglia Dac, storica azienda bresciana leader nei servizi di ristorazione, presieduta da Daniele Scuola, anch’egli presente alla conferenza. 

Tanti gli argomenti affrontati dal numero uno del club biancoblù dal capitolo allenatore, modulo e stadio fino al tema sempre caldo della cessione della società.
Queste le parole del presidente del Brescia:

“Io preferisco non legare i rapporti personali con il lavoro perché ho troppo stima nei confronti di Daniele e della famiglia. Avere una responsabilità del genere la sento, va oltre il rapporto di lavoro. La scelta di Daniele, un amico imprenditore, mi dà ancora più responsabilità, e va oltre il commerciale. Potevo avere uno sponsor di Bergamo, ma mi avrebbe mortificato. Farò di tutto affinché questo rapporto si rinforzi, con il mio modo di fare spesso allontano le persone, ma gente come Prandini, Ghirardi e la famiglia Scuola mi sono sempre stati vicino. A Brescia ognuno deve fare la sua parte per rendere questo club più competitivo. Quello che ha fatto Daniele è un segnale bello e forte e non è quantificabile a livello economico”.

“Il mio sogno è dare il Brescia ai bresciani, ma le strade per raggiungerla sono lunghe. L’anno scorso ho letto in maniera irresponsabile l’annuncio, che sembrava mortuario, della cessione della società. Tanta gente che chiama, vorrebbe, ma se non ho ceduto è perché non c’erano le condizioni e imprenditori seri. A qualcuno interessa tenere il fuoco acceso su questa vicenda non ho più valutato nulla sulla cessione del Brescia in quanto non c’era niente di valutabile”.

“Nel 2018-19 non pensavo che la squadra potesse andare in Serie A. Se fossi stato sicuro di andare in Serie A, non avrei preso Suazo. Se non avessimo messo Torregrossa e Spalek non avremmo raggiunto la Serie A. I giocatori spesso hanno tempi di maturazione diversi, noi stiamo lavorando molto bene con alcuni giovani del nostro settore giovanile. Dobbiamo formare noi i giocatori. Viviamo con troppa paura e spesso lo stress della Serie A ti fa retrocedere. Siamo un cantiere aperto, l’eccessivo ottimismo non ce l’ho più. Ho sofferto molto, ora sono un uomo diverso, più calmo e voglio tenere la squadra lontano da queste situazioni”.

“Mi sento addosso il peso delle responsabilità. Chiedo scusa a tutti se ho e ho mandato messaggi sbagliati. Voglio essere meno invasivo e stare più dietro alle quinte per non esporre la squadra ad attacchi che subisco io per certi comportamenti. L’anno scorso mi sarei mandato via da solo, ma sapevo la situazione della Reggina e della Sampdoria, sapevo che una retrocessione era possibile. Lavorando insieme abbiamo avuto una nuova possibilità”.

“Ho confermato Gastaldello perché lo ritengo all’altezza. Se l’avessi messo prima, forse ci saremmo salvati senza play out. In passato è stato messo in discussione, avrei dovuto chiamarlo prima, ma non era pronto. Quest’estate tutti i giocatori trattati chiedevano tempo, invece lui è rimasto qui tenendo a galla la squadra. Gastaldello conosce l’ambiente ia da giocatore che da allenatore e vede la squadra forte come la vedo io. Bisogna aiutarlo a trasferire maggior fiducia alla squadra, contro il Modena abbiamo avuto paura, non possiamo difendere a cinque”.

“Se avessimo sempre un pubblico come con la Feralpisalò andremmo in Serie A. Io però ringrazio i 2300 che sono venuti martedì contro il Modena, più tifosi vengono e più vinciamo. Per quanto riguarda il campo, ho molto rispetto per Pasini ma devo fare gli interessi del Brescia. Avrei detti di no anche a mio fratello perché cedere lo stadio a un’altra squadra sarebbe stato un grosso danno”.

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