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Mafia e ambiente: alla Lombardia il primato della corruzione

31 indagini, 325 arresti e 126 denunce sono i numeri fatti registrare dalla Lombardia che, secondo i dati diffusi da Legambiente, in materia di "Green Corruption" precede regioni come la Sicilia e la Campania

Gli affari sporchi si fanno sul traffico dei rifiuti pericolosi e sugli appalti truccati o inesistenti, anche e soprattutto nel Nord Italia. I dati sulla "Green Corruption" diffusi dal Legambiente fotografano una situazione per nulla invidiabile e regalano alla nostra regione un poco ambito primato. Con 31 indagini, 325 arresti e 126 denunce la Lombardia è la regione più corrotta dello Stivale. Seguono a ruota la Sicilia e la Campania.

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La criminalità organizzata punta sull' ecomafia e sull'ambiente, un fenomeno che l'associazione ambientalista definisce "Tangentopoli 2.0". La corruzione dilaga soprattutto nel settore degli appalti pubblici. I numeri fanno davvero impressione: quasi 2 miliardi di soldi pubblici sono finiti nelle tasche sbagliate e 1/3 degli appalti monitorati dalla Guardia di Finanza risultano irregolari.  

Ad approfindire l'indagine ci ha pensato l’Anac (Autorità nazionale anticorruzione); stando a quanto riferito dal presidente Raffaele Cantone il 60% dei comuni non ricorrerebbe più al sistema dei bandi pubblici per l'assegnazione degli appalti. La burocrazia, ovviamente, si snellisce e i tempi si abbreviano, ma l'affidamento diretto dei lavori è più permeabile alla corruzione.

Il quadro generale rispecchia quanto fin qui detto: i reati nel settore dei rifiuti segnano + 26%; in aumento anche le infrazioni nel settore agroalimentare e nel racket degli animali.

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