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La stagione dei tagli alla bresciana: «Denigrazione dei servizi sociali»

Assistenza domiciliare ridotta, meno ore e meno soldi da spendere: dall'altra parte i tagli alla sanità del Governo Monti, "che colpiscono come sempre le fasce più deboli". Andrea Sciotti: "Cade il senso di civiltà"

La mole dei tagli all'italiana, conseguenza diretta della recente approvazione del fiscal compact e del più 'antico' processo di unificazione europea, non si fa mancare proprio nulla, una vera ristrutturazione dello Stato e del pubblico che prende il nome comune di "riforme strutturali", così necessarie che tempo fa Il Sole 24 Ore addirittura titolava "Fate presto!", richiamando alla memoria un indimenticato disastro italiano. Ma queste riforme saranno davvero efficaci a lungo termine? Un noto giornale genovese lo scriveva già nel 1973, tempo di altra crisi e tempo di altre riforme: "Le riforme, anche se attuate, vengono implacabilmente distrutte dal corso storico. […] Risolvono alcuni problemi relativi allo sviluppo, ma solo per preparare contraddizioni ancora più gigantesche. […] Risolvono alcuni squilibri contingenti ma, per il fatto di risolverli, creano le condizioni oggettive di squilibri più vasti e più acuti per il futuro".

Se stringiamo il nostro zoom e ci avviciniamo al locale ci accorgiamo che anche a Brescia la scure dei tagli ha già di fatto sezionato il tronco principale, il tronco del sociale. Meno di due settimane fa l'allarme della CISL, che segue una serie innumerevole di simili contingenze, e basta dare un occhio ai nostri articoli correlati: "Alle proteste e all'allarme lanciato dai lavoratori dei servizi sociali - si legge in una nota - Palazzo Loggia ha sempre risposto minimizzando, rassicurando, ribadendo l'impegno della giunta per l'insieme dei servizi rivolti alle fasce più deboli della popolazione, anziani per primi. Ma la credibilità di queste risposte, che del resto non avevano mai convinto, subisse un duro colpo dall'analisi su una delle voci basilari dei servizi sociali comunali, quella relativa all'assistenza domiciliare per gli anziani".

Detto, fatto. "Servizi accorciati, lavoratori lasciati a casa, offerta ridotta", ha scritto Lisa Cesco, mentre dai sindacati l'allarme diffuso, e "il caso del Servizio di Assistenza Domiciliare che diventa eloquente in merito". Base d'asta ridotte per le cooperative che se ne occupano, riduzione delle ore tra il 30 e il 60% del totale, lavoratori e lavoratrici pagati meno di 8 euro lordi all'ora: "Se prima il servizio a domicilio era di un'ora adesso si è scesi a 45 minuti. Se prima in molti casi le operatrici erano due ora è quasi sempre una". Dello stesso spessore anche le difficoltà del Comune nell'erogare servizi non troppo costosi come un pasto in mensa, o la cancellazione del servizio taxi per i disabili.

Per non parlare degli effetti locali dei tagli nazionali, come i 4,8 miliardi che andranno tolti alla sanità e che in totale, in tre anni circa, fanno 21 miliardi di euro in meno. "Tagli che come sempre colpiscono le fasce più deboli - ci racconta Andrea Sciotti della segreteria provinciale di Rifondazione Comunista, lo abbiamo incontrato ieri mattina durante un volantinaggio di sensibilizzazione proprio al di fuori del Civile - e che in particolare non vanno a ledere i veri sprechi ma servizi essenziali, i servizi alla persona: scuola pubblica, sanità, bilanci comunali, servizi ai disabili, assistenza domiciliare per gli anziani".

Esempi concreti la battaglia per il consultorio di Via Baracca, le centinaia di posti letto in meno per l'ospedale di Brescia, il "rischio concreto di chiusura" per ospedali come Leno, Salò o Lonato. "Una chiara denigrazione del pubblico a vantaggio del privato - prosegue Sciotti - con il funesto obiettivo di creare disagio, quando invece la politica dovrebbe essere vicina alla gente. In tempo di crisi non può essere il privato ad avvantaggiarsi, ad avere la meglio. I servizi sociali e assistenziali dovrebbero essere una garanzia, i primi ad essere erogati e non i primi ad essere tagliati". Il giovane autore Diego Fusaro ha parlato di "monoteismo idolatrico del mercato": in questo sistema (purtroppo) è possibile una sola logica. "Ma in questo modo - conclude amaro Sciotti - stanno passando idee aberranti, e sta capitolando il senso stesso di civiltà".

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