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Brescia 'invasa' da un centinaio di trattori: maxi protesta degli agricoltori

Dura opposizione al "Green Deal" europeo

Da diverse zone della provincia, stamattina un centinaio di trattori (e altrettanti agricoltori) sono confluiti presso il piazzale dell'Ortomercato di Brescia, per protestare contro il "Green Deal" dell'Unione Europa, le multinazionali italiane del settore e le grandi associazioni agricole accusate di tradimento. Da via Orzinuovi il rumorosissimo e ingombrante corteo si dirigerà al "Pirellino" di via Dalmazia, sede dell'Ufficio territoriale della Regione Lombardia.

Le giornate di protesta programmate sono in tutto cinque, non saranno ammesse bandiere confederali o di partito, ma solamente il tricolore.

Cos'è il Green Deal 

Si chiama European Green Deal (o "Patto verde europeo") ed è un insieme di iniziative politiche proposte dalla Commissione Europea che, nelle parole della presidentessa Ursula von der Leyen, sono da paragonare a un vero e proprio "sbarco sulla Luna dell’Europa", per la portata rivoluzionaria e l'ambizione.

Al progetto lavorano in completa sinergia la Commissione Europea, l’organo esecutivo dell’Unione Europea,  il Parlamento Europeo e il Consiglio Europeo, detentori del potere legislativo. L'obiettivo alla base è contrastare gli attuali e pericolosissimi cambiamenti climatici. 

Industria, edilizia e agricoltura sostenibile, eliminazione dell'inquinamento, promozione della mobilità sostenibile, protezione della biodiversità, sostenibilità alimentare: queste sono solo alcune delle strategie alla base del Green Deal. Nel caso specifico dell'azzeramento di emissioni di CO2, per la prima è stata varata una vera e propria Legge sul Clima: questa è dotata di azioni precise che avranno l'obiettivo di preservare e migliorare il benessere e la salute dei cittadini, la competitività dell'economia e l’efficienza energetica. A questa Legge sul Clima va inoltre associato l'emissione di un fondo, detto Fondo per la transizione giusta, che viene destinato agli stati nazionali europei per sostanziarsi nella transizione energetica.

Per gli agricoltori il motivo della rabbia è in primo luogo la direttiva europea che mira a ridurre drasticamente le emissioni di azoto di cui sono responsabili gli allevamenti intensivi, in cima alla lista dei settori produttivi nella Pianura Padana. In Italia, tra le ragioni della protesta ci sono anche un livello di retribuzione giudicato inadeguato, così come il ricollocamento dei sussidi. La protesta sembra però avere una dimensione più autonoma rispetto agli altri paesi europei, con un coordinamento molto meno presente a livello sindacale.

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