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Cronaca Pralboino

Venezuela: la scomparsa dei coniugi bresciani sulla rotta maledetta

Continuano le ricerche dell'aereo scomparso al largo delle isole di Los Roques, su cui viaggiavano i coniugi di Pralbolino Elda Scalvenzi e Guido Foresti, assieme al patron di Missoni, Vittorio, e a sua moglie Maurizia Castiglioni

Vittorio Missoni con la moglie Maurizia Castiglioni, e i coniugi bresciani Elda Scalvenzi e Guido Foresti. Sono i quattro italiani a bordo di un velivolo da turismo diretto a Caracas e scomparso ieri sulle acque al largo delle isole venezuelane di Los Roques, su quella rotta maledetta dove nel corso degli anni sono scomparsi diversi aerei e che già quattro volte ha visto italiani coinvolti.

Vittorio Missoni, figlio del noto stilista Ottavio e dirigente dell'azienda di famiglia, era in vacanza con moglie e amici dal 28 dicembre in quello che è uno dei paradisi del Mar dei Caraibi. Il ritorno a casa della comitiva - in tutto erano sei persone - era programmato per la notte scorsa. Nel trasferimento da Los Roques a Caracas - in media 45 minuti di volo - il gruppo dei sei italiani si è diviso. Sull'aereo poi disperso sono saliti in quattro.

Gli altri due componenti si sono invece imbarcati su un altro piccolo velivolo, sempre per Caracas, dove sono arrivati sani e salvi e dove restano in attesa di notizie, assistiti tra gli altri dal console italiano, Jessica Cupellini. Si tratta di Giuseppe Scalvenzi, fratello di una degli scomparsi Elda, e della moglie, Rosa Apostoli.

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L'aereo disperso è un Norman BN2 britannico del 1968, con una capacità di sei persone. Secondo la stampa locale, appartiene alla compagnia locale Albatros Airlines ed era pilotato da un 72enne, German Marchant. Partito alle 12.12 ora locale da Los Roques, l'ultimo contatto con la torre di controllo dell'aeroporto di Maiquetia, a Caracas, è avvenuto alle 12.39, pochi minuti dopo il decollo e a sole 10 miglia dall'arcipelago.

In quell'ultima comunicazione, "non è stata segnalata alcuna anomalia né situazione di emergenza", ha riferito uno dei funzionari a Caracas che seguono le ricerche. Le autorità venezuelane hanno messo a disposizione "diversi aerei civili, motoscafi della guardia costiera, oltre a due elicotteri Mi-7 e uno Da-42, dotato di camere speciali di rilevamento" e stanno impegnando circa 80-100 uomini in una vasta area di mare, pari a 300 miglia quadrate, ha aggiunto.

"Stanno facendo tutto il possibile", ha riferito la console Cupellini che segue le ricerche dalla sala operativa locale. Ma per ora non vi è traccia dell'aereo. La notizia ha subito suscitato grande impressione nei media locali, e non solo. Tanti venezuelani hanno segnalato gli incidenti avvenuti a Los Roques negli ultimi anni, sempre con il coinvolgimento di piccoli bimotori.

Tra gli scomparsi, come detto, c'è il bresciano Guido Foresti, titolare della ditta "Foresti laterizi srl", a Pralboino. "Una dinastia prima di produttori, poi di commercianti di laterizi, molto disponibili in paese a livello di beneficenza e sponsorizzazioni": così il sindaco di Pralboino, Domenico Migliorati, descrive i coniugi Foresti e Scalvenzi.

"Hanno regalato un pulmino per il trasporto degli anziani - aggiunge il sindaco - e sponsorizzato il gruppo sportivo di calcio. Sono senza parole. Lei è casalinga, una persona squisita; lui titolare di un'azienda di materiali edili con diversi depositi in provincia di Brescia e Cremona, un appassionato di motori che aveva partecipato alla Mille Miglia".

La zona dell'incidente è considerata il 'Triangolo delle Bermude venezuelano'. A pesare come una maledizione c'é il precedente del 2008, quando otto italiani scomparvero - proprio il 4 gennaio - a bordo di un altro 'dannato' biplano. Per questa vicenda il 18 gennaio, grazie all'insistenza dei familiari, riprenderanno le ricerche che potrebbero unirsi a quelle per l'aereo di Missoni. Ma quello di 5 anni fa non è il solo precedente con italiani coinvolti.

Su quella rotta un caso simile si verificò nel 1997: quella volta a bordo di un Cessna c'erano due coniugi veneti, mai più ritrovati. E ancora altre due volte, nel 2004 e nel 2006, furono coinvolti connazionali. In un unico di questi casi il relitto venne ritrovato (mesi dopo), motivo per cui si è arrivati a ipotizzare l'ombra dei narcos che dirotterebbero gli aerei per poi usarli per i loro traffici. In Italia intanto sono ore di apprensione per i familiari dei dispersi.

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