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Cronaca

Giovani e spietati: un fotomodello a capo della banda di rapinatori

Colpi in gioielleria per oltre 150mila euro

Giovani e spietati, violenti e “pronti a tutto”: forse basta questo per descrivere i componenti della banda di rapinatori che in due occasioni ha seminato terrore per le vie della città, dalla periferia (con il colpo al compro oro “Oro in Euro” di Via Orzinuovi) che in pieno centro a Brescia (la rapina del 23 febbraio scorso alla gioielleria “I gioielli di Rossana”, sotto i portici di Via X Giornate. In quei momenti furono aggrediti anche i negozianti: in Via Orzinuovi il titolare era stato preso a pugni e poi legato e imbavagliato insieme a una commessa; in gioielleria il figlio della proprietaria era stato colpito con il calcio di una pistola e poi con un martello (finito in ospedale con naso e zigomi fratturati).

Un fotomodello a capo della banda

L'identikit dei rapinatori è stato reso noto in una conferenza stampa congiunta di Polizia e Carabinieri. “Erano pronti a tutti, anche a commettere nuove rapine (un'altra già in fase di programmazione, ndr – ha spiegato il comandante provinciale dei Carabinieri, Vittorio Fragalà –: per questo andavano fermati”. I tre principali componenti della banda sono attualmente in stato di fermo: il gip non ha ancora convalidato il provvedimento, ma è questione di giorni (se non addirittura di ore). A capo del sodalizio criminale un giovane fotomodello, 22 anni, di origini senegalesi: insieme a lui un 26enne di origini albanese (l'unico incensurato) e un 27enne nato a Brescia. Abitano tutti a Mazzano e pare si conoscessero da tempo.

Entravano in azione armati, arrivavano e fuggivano in monopattino, il volto coperto da un casco integrale, fermezza e violenza nelle operazioni: tra oro, gioielli e orologi Rolex le due rapine avrebbero fruttato refurtiva per un valore di oltre 150mila euro. Parte di essa è stata recuperata e già riconsegnata ai legittimi proprietari.

Indagate altre 7 persone

A margine dei fermi, i rapinatori sono già in carcere, sono state eseguite anche perquisizioni personali e locali disposte dall'autorità giudiziaria nei confronti di altre 7 persone, italiane e straniere ma tutte residenti in provincia di Brescia, indagate a vario titolo nel medesimo procedimento penale, in particolare per ricettazione. Anche una ragazza di 20 anni viene considerata una complice assodata, coinvolta attivamente in entrambe le rapine: è attualmente indagata in stato di libertà per concorso in rapina. 

“Sono particolarmente felice del risultato di questa operazione – ha commentato la prefetta di Brescia Maria Rosaria Laganà nell'introdurre la conferenza stampa sulle indagini –, avvenuta in tempi rapidi. Sono fatti che hanno preoccupato molto la comunità bresciana: dopo la rapina in gioielleria si era diffusa la paura, ma è stata data una risposta concreta, al di là delle rassicurazioni”.

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