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Cronaca Polaveno

Sgominata la banda delle banche: 4 arresti, bottino da centinaia di migliaia di euro

In manette quattro persone, tutti i nomi

Sull'asse Palermo-Brescia, sgominata la banda delle rapine in banca: quattro arresti dei carabinieri della compagnia di Gardone Valtrompia, ordinanze di custodia cautelare in carcere, nei confronti di tre uomini e una donna ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine e tentate rapine aggravate ai danni di istituto di credito, e ancora sequestro di persona e ricettazione. Tutti reati che sarebbero stati commessi negli ultimi mesi in provincia di Brescia.

Come da richiesta del pm Alessio Bernardi, che ha coordinato le indagini, il giudice Francesca Gassani ha disposto la misura cautelare per Fabio D'Atria, classe 1991, e Vincenzo Farina (1982), quest'ultimo già in carcere, entrambi residenti a Palermo: per Davide Di Bella, 49 anni, residente a Polaveno, e Maria Rosa La Rosa, 44 anni, residente a Villa Carcina. In estrema sintesi, scrive il comando provinciale dei Carabinieri in una nota, due pregiudicati in trasferta da Palermo avrebbero trovato “supporto e sostegno logistico da parte di una coppia di residenti nella provincia di Brescia, incaricati di fungere da autisti e vivandieri, organizzati per colpire alcuni istituti bancari della zona”.

Le rapine

Colpi riusciti, purtroppo: le indagini erano state avviate a seguito di alcune rapine avvenute tra agosto e novembre dello scorso anno. In quel periodo erano state colpite le filiali Unicredit e Cassa Padana di Sarezzo (il 9 agosto e l'8 settembre), quelle della Bcc di Nave (22 settembre) e Concesio (18 ottobre): in quest'ultimo caso fu una rapina solo tentata. Il 3 novembre un nuovo assalto, stavolta alla Bcc di Gardone Valtrompia. I due rapinatori, minacciando gli impiegati con un taglierino, erano riusciti a farsi consegnare i 120mila euro in contanti custoditi nella cassaforte della banca.

Al termine della rapina, i due si sono dati alla fuga a bordo di un'auto condotta dalla complice. In fuga, ma per poco: i tre sono stati raggiunti e arrestati dai carabinieri, trovati ancora in possesso del denaro trafugato e con in dosso gli abiti utilizzati per la rapina.

Le indagini

La successiva identificazione di tutti i componenti della banda è stata possibile grazie alla visione delle numerose immagini di videosorveglianza delle banche colpite e degli esercizi commerciali circostanti. Ulteriori servizi di osservazione e pedinamento hanno permesso ai militari di individuare l'abitazione utilizzata dal sodalizio quale base logistica, appunto a Polaveno, monitorando gli spostamenti dei presunti rapinatori durante i vari sopralluoghi. Infine l'analisi dei telefoni sequestrati dopo gli arresti del 3 novembre: in memoria numerose ricerche di istituti di credito, anche le stesse banche rapinate, chat e audio relativi ai colpi eseguiti.

Il modus operandi

È stato così ricostruito anche il modus operandi dei rapinatori, definito dai carabinieri “ormai consolidato ed efficace”. Nei giorni precedenti alle rapine venivano effettuati dei sopralluoghi: la banda eseguiva poi i colpi poco prima degli orari di chiusura, evitando la presenza di clienti che avrebbero potuto intralciare le “operazioni”. Giungevano sul posto sempre a bordo di un'auto rubata, magari poco prima e poco lontano. A varcare la soglia per primo uno dei due banditi, vestito elegante e con il pretesto di eseguire un'importante operazione bancaria.

Il complice si faceva avanti solo poco dopo, con il volto in parte coperto da un berretto e occhiali scuri: il primo rapinatore a quel punto obbligava gli impiegati ad aprire il bussolotto di accesso, anche minacciandoli con un taglierino, e negli attimi successivi andava in scena la rapina. Dipendenti immobilizzati, minacce, denaro in contanti e la fuga, non prima di rinchiudere gli impiegati in un ufficio: ad aspettare i ladri all'uscita c'era un complice, a bordo di un veicolo “pulito” con cui ritornare nel covo. Ma adesso è davvero finita.
 

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