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Cronaca

Camici Sporchi: l'inchiesta dei Nas di Parma anche in provincia di Brescia

L'inchiesta riguarda sperimentazioni non autorizzate su centinaia di pazienti al Policlinico di Modena, su cui venivano impiantati dispositivi scadenti. L'operazione, condotta dai Nas di Parma, ha toccato anche la provincia di Brescia

Sperimentazioni non autorizzate su centinaia di pazienti, ignari di tutto, su cui venivano impiantati dispositivi scadenti. E apparenti donazioni da parte delle aziende produttrici di questi materiali all'equipe dei medici impegnati negli interventi, che per evitare guai futuri non si sarebbero fatti scrupolo di azzerare le cartelle di chi veniva operato.

E' inquietante l'insieme di pratiche cliniche scoperchiate con l'indagine 'Camici sporchi' condotta dal Nas di Parma e che ha portato all'arresto di nove cardiologi impegnati nel periodo 2009-2011 al Policlinico di Modena, mentre a Bari tre oculisti hanno subito la stessa sorte In carcere in Emilia è finito solo Giuseppe Sangiorgi, ex responsabile della struttura di Emodinamica del reparto di Cardiologia e ora in servizio al Casilino di Roma. Domiciliari, invece, per gli altri otto specialisti tra cui la professoressa Maria Grazia Modena, ex primario della Cardiologia e rimossa lo scorso anno da questo ruolo, pur continuando a prestare servizio nella struttura.

Tutto questo nella giornata in cui altri tre medici sono stati arrestati dalla guardia di Finanza di Molfetta, nel Barese, con l'accusa di avere utilizzato il reparto di oculistica dell'ospedale 'Sarcone' di Terlizzi come se fosse uno studio privato. I reati ipotizzati dalla procura di Trani nei confronti dei tre - il primario del reparto oculistico di Terlizzi e due medici oculisti esterni all'ospedale - sono abuso di ufficio e falsità materiale ed ideologica commessa da pubblici ufficiali. L'indagine della procura di Modena, condotta dal pm Marco Niccolini, parte da esposti dell'associazione 'Amici del Cuore' di Modena e del Codacons, che nei primi mesi del 2011 avevano segnalato dubbi sulle pratiche cliniche 'azzardate' cui erano stati sottoposti dei pazienti in Emodinamica con l'utilizzo di 'stent' e palloncini per l'angioplastica.

Nei dossier consegnati alla procura risultavano anche decessi, ma per ora l'inchiesta non contempla tra le accuse quella che le sperimentazioni abbiano provocato conseguenze ai pazienti. Si ipotizzano invece, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, peculato, corruzione, truffa, falso in atto pubblico. Secondo gli inquirenti, era estesa la 'rete' di medici e case produttrici di dispositivi che collaboravano illegalmente. Lo dimostrano i numeri di 'Camici sporchi': sono 67 gli indagati totali e dodici le aziende coinvolte, di cui sei straniere.

All'alba i Nas hanno compiuto sette perquisizioni e l'inchiesta ha toccato anche le province di Brescia, Milano, Como, Bologna, Roma, mentre all'esterno è sconfinata negli Stati Uniti, in Polonia, Svizzera, Belgio, Germania e Irlanda. Sarebbe stato Sangiorgi, dimessosi nel 2011 da Emodinamica, a coordinare le forniture.

Ora è scattato il sequestro di suoi conti correnti su cui era depositato circa un milione di euro. I carabinieri hanno scoperto l'esistenza di tre onlus fittizie per veicolare il flusso di denaro verso la Cardiologia del Policlinico, la cui direzione specifica che dei provvedimenti interni erano già stati presi lo scorso anno quando si seppe degli esposti. Tanto che attualmente solo la professoressa Modena e un altro specialista, Vincenzo Luigi Politi, continuavano a lavorare nel reparto.

La Regione, sempre nel 2011, aveva ravvisato con un'indagine di una commissione la presenza di problemi di consenso informato sulle attività dell'Emodinamica. Ora risulta dall'inchiesta che le sperimentazioni sui pazienti cardiologici fossero legate a interessi economici. Quel che è certo, ora, è che cresce l'angoscia di chi fu operato in quegli anni dall'equipe, e si domanda se il proprio cuore sofferente si meritasse anche questo.

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