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Sciopero generale, Landini a Brescia "La patente a punti? Una presa in giro"

Il segretario generale della CGIL è intervenuto a Brescia durante la manifestazione dei lavoratori

Per interrompere il dramma delle morti sul lavoro urge cambiare il modo di fare impresa. Lo ha affermato questa mattina il segretario generale della CGIL Maurizio Landini, intervenuto in piazza Paolo VI a Brescia, dal palco della manifestazione organizzata in occasione dello sciopero generale indetto da CGIL e UIL. La giornata di protesta era stata organizzata a seguito del crollo del cantiere Esselunga avvenuto lo scorso febbraio e costato la vita a quattro operai; ma si compie all'indomani di un nuovo disastro, quello della centrale idroelettrica di Suviana: altri cinque morti. "Non passa giorno che non ci sia un morto sul lavoro" ha esordito il segretario generale "Siamo di fronte a un tema non più rinviabile: il modello d'impresa che si è affermato negli ultimi vent'anni ha messo al centro il massimo profitto possibile sempre e comunque, a scapito della condizione di lavoro e della vita delle persone". 

Landini chiama in causa una legislazione sul lavoro che "ha prodotto il fatto che oggi possano appaltare e subappaltare senza dover rispondere a nessuno": dall'eliminazione, nel 2003, della legge che prevedeva eguale trattamento economico e normativo per tutti i lavoratori nel sistema degli appalti, alla reintroduzione degli appalti a cascata operata dall'ultimo governo. Il segretario non ha risparmiato critiche al sistema della "patente a credito" allo studio da parte del governo Meloni: "la patente a punti è già prevista dal testo unico per la sicurezza sul lavoro, e per tutti i settori, non per il solo settore edile come sostengono". La messa a terra la definisce una presa in giro: "le aziende hanno a disposizione 30 punti e sotto i 15 non possono lavorare. Una morte sul lavoro costa loro 20 punti, ma per guadagnarne di nuovo i cinque utili a tornare in campo basterà un corso di formazione". 

L'intervento tocca anche l'incidente che ha sconvolto, nei giorni scorsi, il bolognese: "dietro ci sono due questioni generali: le centrali idroelettriche sono importanti per Italia, ma abbiamo le centrali più vecchie e dal 2018 ogni centrale è stata ceduta alle Regioni. Questo determina che devono andare a gara e tanti investimenti non li fanno più, gli investimenti ordinari non si fanno più". La condizione delle centrali idroelettriche, ha aggiunto Landini, mostra "la follia dell'autonomia differenziata che va fermata: va contro i lavoratori. Abbiamo bisogno di unire questo Paese, non dividerlo".

Nei suoi 50 minuti sul palco, Landini ha ragionato anche del legame tra sicurezza sul lavoro e lotta all'evasione fiscale "non sono due cose scollegate. Abbiamo bisogno di fare prevenzione, e quindi serve andare a prendere i soldi dove sono: combattere l'evasione fiscale, tassare la rendita finanziaria e la rendita immobiliare. Bisogna tagliare le unghie alla finanza, alla speculazione finanziaria, ai paradisi fiscali". "Abbiamo bisogno di potenziare i controlli e fare assunzioni nell'ispettorato del lavoro. Tutte cose che in questi anni sono state tagliate. Andare a prendere i soldi dove sono significa avere la possibilità di fare questi investimenti perché per non morire sul lavoro bisogna prevenire. Non vogliamo semplicemente sanzioni per chi non rispetta le leggi: vogliamo investire sulla prevenzione affinché nessuno muoia", ha aggiunto il segretario generale.

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